Abuja (Nigeria), 14 apr. (LaPresse/Reuters) – A un anno esatto dal rapimento di oltre 200 studentesse da parte di Boko Haram, mentre continua a non sapersi nulla di loro, il neo eletto presidente Muhammadu Buhari promette che farà di tutto per riportarle a casa. Ammettendo, però, che potrebbero non essere mai ritrovate. Le ragazze di una scuola secondaria di Chibok, nel nordert del Paese, furono sequestrate dai combattenti estremisti il 14 aprile 2014. Il rapimento attirò interesse a livello internazionale, non solo sul caso ma sulla situazione umanitaria creata dai tentativi di Boko Haram di creare un califfato in Nigeria. Per ricordare il dramma, ad Abuja oggi si terrà una marcia.
Buhari, che ha vinto le presidenziali di due settimane fa, nella prima sconfitta elettorale democratica di un presidente al potere in Nigeria, ha promesso di fare tutto il possibile per sconfiggere i militanti islamisti. “Non sappiamo se le ragazze di Chibok possano essere salvate. Resta sconosciuto dove si trovino. Anche se lo vorrei, non posso garantire che le troveremo”, ha dichiarato.
Ma ha promesso: “Il mio governo farà tutto quanto sarà in suo potere per riportarle a casa”, con un approccio diverso da quello del predecessore, il presidente Goodluck Jonathan. Quest’ultimo è stato duramente criticato per l’inazione e la lentezza nel rispondere al sequestro di massa delle studentesse. Intanto, grazie all’aiuto di Niger, Camerun e Ciad, nelle ultime settimane i ribelli sono stati costretti a ritirarsi da una zona della dimensione del Belgio.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse
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