Dal nostro inviato Fabio De Ponte Washington (Usa), 17 apr. (LaPresse) – “Sono impressionato dall’energia e dalla visione” del premier Matteo Renzi, “la sua sfida dello status quo l’ha reso una voce guida in Europa. Grazie Matteo per la tua determinazione e serietà”. Con queste parole, pronunciate dal presidente Usa Barack Obama nel corso della conferenza stampa conginta alla Casa Bianca, il presidente del Consiglio incassa un riconoscimento importante da questa due giorni di visita a Washington.
Lo aveva chiarito subito. Non doveva essere un semplice incontro tra istituzioni, questo faccia a faccia, ma anche una occasione per fare il punto come leader politici di due sinistre che si osservano a vicenda tra le due sponde dell’Atlantico.
OBAMA: “BENTORNATO”. “Bentornato”, ha esordito Obama. “Molti non lo sanno ma Matteo – ha ricordato – venne diversi anni fa: all’epoca era un giovane e dinamico sindaco di Firenze” mentre “oggi è un giovane e dinamico primo ministro italiano”, aggiungendo che “anche allora si riconoscevano energia e senso di visione per la direzione che doveva prendere il suo Paese”.
RENZI: “DISCORSO DI SELMA FONTE DI ISPIRAZIONE”. Complimenti ai quali Renzi ha ricambiato ricordando il discorso di Obama a Selma: “Per chi vuole bene alla politica – ha detto – quel discorso a Selma è una grande fonte di ispirazione”. Poi ha riconosciuto nel modo di Obama di affrontare la crisi un modello per l’Europa. “L’economia Usa – ha sottolineato – ha visto diminuire i disoccupati e aumentare il Pil.
L’economia europa ha visto aumentare il numero di disoccupati e diminuire il Pil. Per questo ritengo che l’economia Usa sia un modello per l’economia europea”.
L’ABBRACCIO. Tra i due è apparsa evidente la sintonia, suggellata poi dal fatto che il presidente Usa, lasciando la East Room, sontuoso salone con i lampadari di cristallo, ha messo il braccio sulla spalla di Renzi.
IL SIPARIETTO DEL VINO. Durante la conferenza stampa hanno offerto anche un breve siparietto. “Gli ho portato qualche bottiglia di vino”, ha raccontato Renzi. “Sarebbe stato offensivo da parte mia non assaggiarlo”, ha ribattuto Obama, citando le relazioni commerciali tra i due Paesi e scatenando una risata nel pubblico. “Farò un rapporto a Matteo sulla qualità del vino”, ha concluso. Lo scambio è stato l’occasione anche per parlare di Expo. “Il nostro padiglione – ha annunciato Obama – porrà l’enfasi non solo sulla cucina ma anche su come combattere la denutrizione e promuovere cibo sano, tema molto caro a Michelle. Molti americani visiteranno Milano”.
PROROGA IMPEGNO ITALIANO IN AFGHANISTAN. Sul piano diplomatico, però, la bilancia è stata senz’altro più favorevole agli Usa. “Le truppe del nostro Paese in Afghanistan resteranno più tempo rispetto a quanto si era immaginato. L’Italia è pronta a fare la propria parte”, ha annunciato Renzi, venendo incontro a una richiesta americana. E ha sottolineato l’impegno italiano anche per la firma del Ttip: “Il 2015 – ha detto Renzi – deve essere l’anno della svolta, non solo perché sappiamo che col Ttip l’Italia ha tutto da guadagnare sotto il profilo economico ma soprattutto perché mentre gli Usa concludono accordi con la Cina e altri attori, noi, che con gli Usa abbiamo una collaborazione storica forte, non possiamo non fare altrettanto”. “Il nostro partito – ha aggiunto – rappresenta la maggioranza in quello che un giorno mi piacerebbe chiamare il Partito democratico europeo.
Sono determinato a trovare gli accordi necessari” in Europa per arrivare alla firma.
LIBIA. Sulla questione che sta più a cuore all’Italia, invece, quella della Libia, e dell’impegno per la stabilità del Mediterraneo, Obama è stato abbastanza vago. Prima di tutto ha messo in chiaro che nel corso del faccia a faccia non si è parlato dell’impiego di droni. E poi ha spiegato: “Non potremo risolvere il problema semplicemente con attacchi di droni o qualche opeazione militare. La Libia è un Paese spezzato, non c’è un governo centrale che funzioni con efficacia. Noi compiremo sforzi antiterroristi con l’Italia e altri Paesi che la pensano come noi. Ma la risposta alla fine è un governo che possa controllare il proprio territorio”.
Impostazione sulla quale comunque Renzi si è detto d’accordo: “Esco dall’incontro – ha sottolineato – con la convinzione di una piena condivisione col presidente e il suo team. Ciò che accade nel mar Mediterraneo – ha sottolineato – non è solo una questione di sicurezza ma anche una questione di giustizia e dignità dell’uomo. La collaborazione che gli Usa possono offrire è per noi di grande importanza”.
RENZI: “NESSUNA GUERRA DI RELIGIONE IN ITALIA”. “Penso – ha poi aggiunto, riferendosi al dramma dei cristiani gettati dai gommoni – che non ci sia davvero uno scontro di religione in Italia. Forse ieri c’è stato un caso, ma il problema non riguarda lo scontro di religione ma la dignità umana”.
RENZI: “SICUREZZA SOLO INTERROMPENDO TRAFFICO ESSERI UMANI”. “Ci adoperiamo ogni giorno – ha aggiunto – per cercare una soluzione con l’Onu e con i Paesi amici e alleati nella regione. Ma l’unico modo per arrivarci – ha convenuto Renzi – è un ritorno alla stabilità in Libia.
In questo periodo di transizione l’italia è pronta, con una leadership e una guida abile, a contribuire agli sforzi antiterroristici. Il punto centrale è far cessare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Solo far cessare il traffico di esseri umani ci darà una prospettiva di sicurezza”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata