Atene (Grecia), 20 apr. (LaPresse/EFE) – Nuova tragedia dell’immigrazione in mare. Un’imbarcazione su cui viaggiavano circa 200 migranti è affondata al largo dell’isola greca di Rodi, nel mar Egeo. Un portavoce della guardia costiera riferisce a Efe che il bilancio è di almeno tre morti, mentre altre 80 persone sono state salvate, di cui 57 sono state trasportate in un commissariato e 23 sono state portate in ospedale.

L’incidente è avvenuto intorno alle 9 ora italiana, quando per motivi ancora sconosciuti l’imbarcazione si è incagliata sulle rocce vicino alla spiaggia di Sefiros ed è poi affondata. Al momento non si conosce il numero esatto delle persone che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione affondata né le loro nazionalità, ma secondo le prime informazioni erano circa 200, molti dei quali siriani.

Molti si sono buttati in acqua e sono riusciti a mettersi in salvo con l’aiuto degli abitanti del posto che si trovavano sulla spiaggia. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso.

Nelle ultime settimane è aumentato in modo consistente il numero dei migranti che arrivano in Grecia, che è una delle principali porte di ingresso nell’Unione europea. Si stima che in media ogni giorno arrivano 100 persone: secondo i dati della guardia costiera greca, solo venerdì scorso le isole del Mar Egeo hanno accolto 141 migranti e rifugiati. Nel primo trimestre del 2015 la Grecia ha accolto in totale 10.445 migranti senza documenti via mare, mentre nello stesso periodo del 2014 erano arrivate 2.863 persone.

Il governo greco ha annunciato un piano di emergenza che prevede il trasferimento dei migranti arrivati di recente dalle isole a tutto il resto del Paese, dal momento che le isole non dispongono delle infrastrutture necessarie e si creano situazioni di affollamento. L’esecutivo ha in programma di noleggiare delle imbarcazioni per potere trasportare gli immigrati, ragion per cui ha chiesto un finanziamento all’Ue. Atene ha inoltre assicurato che, se necessario, come ultima possibilità si utilizzeranno sedi abbandonate del governo e dell’esercito per l’accoglienza. In più occasioni la Grecia ha chiesto l’appoggio ai partner europei per gestire il flusso di persone che arrivano dal mare sulle sue coste, sottolineando che la guardia costiera è sommersa dal lavoro.

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