Londra (Regno Unito), 8 mag. (LaPresse) – Il Regno Unito resta conservatore. Contro ogni pronostico David Cameron torna al numero 10 di Downing Street da grande vincitore e il risultato scompagina la mappa politica del Paese: pesante sconfitta per i laburisti e i liberaldemocratici, i cui leader Ed Miliband e Nick Clegg si sono dimessi. Neanche gli euroscettici dell’Ukip sfondano, complice il sistema elettorale, e così si è dimesso anche Nigel Farage. Boom invece per gli indipendentisti scozzesi, che hanno sottratto gran parte del bacino elettorale dei Labour. Cameron è riuscito non solo a confermare i Tories come primo partito, ma anche a ottenere la maggioranza assoluta che gli permetterà di governare da solo. Nei prossimi cinque anni, dunque, avrà le mani più libere rispetto al primo mandato, quando a seguito delle elezioni del 2010 aveva dovuto guidare il Paese con i LibDem di Nick Clegg. Cameron ha subito ribadito che presterà fede alla promessa di organizzare un referendum sulla permanenza nell’Unione europea entro il 2017. Poi, in serata, ha annunciato alcuni ministri del suo nuovo governo, che si profila all’insegna della continuità: confermati infatti George Osborne alle Finanze, Theresa May all’Interno, Philip Hammond agli Esteri e Michael Fallon alla Difesa. L’annuncio degli altri ministri non è atteso prima di lunedì.

I NUMERI DEL NUOVO PARLAMENTO. La Camera dei Comuni che emerge dalle urne si configura come segue. I conservatori hanno da soli 331 dei 650 seggi dai quali è composta l’aula, cioè ben oltre i 326 seggi che erano necessari per la maggioranza assoluta. La seconda forza più rappresentata è quella dei laburisti, ai quali vanno 232 seggi (26 in meno rispetto alla scorsa legislatura). Il Partito nazionale scozzese (Snp) ottiene invece 56 seggi dei 59 che erano a disposizione per la Scozia, sottraendo di fatto diversi seggi ai Labour, mentre ai LibDem vanno otto seggi e all’Ukip uno. In Parlamento entra anche la deputata più giovane mai eletta dal 1667: si tratta di Mhairi Black, 20 anni, dell’Snp, che ha sconfitto nella sua circoscrizione l’ex ministro degli Esteri del governo ombra laburista Douglas Alexander.

CAMERON DALLA REGINA, POI A DOWNING STREET CON LA MOGLIE. Stamattina presto, quando l’esito ha cominciato a diventare chiaro, Cameron ha pubblicato su Twitter una foto che lo ritrae abbracciato alla moglie Samantha: “Si va verso un futuro più radioso per tutti”, era il commento. “Voglio riunire il Paese, riunire il Regno Unito, mettendo in pratica il prima possibile il decentramento che abbiamo promesso per Scozia e Galles e su cui ci siamo accordati con altri partiti”, ha detto ancora nel suo primo discorso. Poi, intorno alle 13.30, si è recato dalla regina Elisabetta II per informarla ufficialmente dell’esito elettorale (non si tratta di un gesto obbligatorio) e successivamente, parlando alla nazione davanti al numero 10 di Downing Street, ha annunciato la formazione di un governo monocolore conservatore.

IL REFERENDUM SULL’UE. Oltre a promettere di governare per tutto il Regno Unito, Cameron ha ribadito la promessa – già fatta in campagna elettorale – di tenere un referendum per decidere se restare o meno nell’Ue. A questo proposito da Bruxelles il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha fatto sentire la sua voce dicendosi “pronto a lavorare insieme per raggiungere un accordo equo con il Regno Unito”

TERREMOTO POLITICO NELL’OPPOSIZIONE. Il trionfo di Cameron ha provocato un terremoto politico nell’opposizione. Il leader dei laburisti, Ed Miliband, si è assunto la responsabilità della disfatta. “La responsabilità del risultato è soltanto mia”, ha twittato, prima di dimettersi da leader del partito. Fino all’elezione del successore sarà Harriet Harman a prendere il suo posto. Ha gettato la spugna anche Nick Clegg, fino a oggi leader dei LibDem, e così pure Nigel Farage, il quale aveva promesso che avrebbe lasciato l’incarico se non fosse stato eletto nel collegio di Thanet South in cui era candidato. “Sono un uomo di parola”, ha detto oggi annunciando le dimissioni da leader dell’Ukip.

CAMERON MANTIENE STESSA ANIMA DEL GOVERNO. Dai ministri annunciati in serata emerge che Cameron intende mantenere la stessa anima per il nuovo governo. Ha confermato infatti i ministri pricipali dell’esecutivo uscente: Osborne sarà ministro delle Finanze, Theresa May a capo dell’Interno, Hammond agli Esteri e Fallon alla Difesa. I quattro sono stati visti arrivare a Downing Street poco prima che Cameron lanciasse su Twitter l’annuncio della loro riconferma. Osborne e May, fra l’altro, sono stati indicati dallo stesso Cameron come potenziali sfidanti per sostituirlo alla guida dei Tory quando lui lascerà l’incarico al termine del secondo mandato da premier.

LA TELEFONATA CON RENZI E I COMPLIMENTI DAL MONDO. Congratulazioni a Cameron sono giunte da diversi leader mondiali. Il presidente francese François Hollande, chiamandolo per i complimenti, lo ha invitato a recarsi a Parigi per discutere di questioni internazionali e dell’Unione europea. E il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha voluto congratularsi per la “impressionante” vittoria elettorale, aggiungendo che si aspetta di continuare a lavorare con Cameron, che considera un “amico”. Anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha avuto un colloquio telefonico con Cameron. Secondo quanto riferisce Downing Street, Renzi si è congratulato per il risultato elettorale “incredibile” di Cameron e i due si sono detti d’accordo sul fatto che lavoreranno da vicino sull’Unione europea e sulla questione dei migranti nel Mediterraneo.

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