Bruxelles (Belgio), 18 mag. (LaPresse/EFE) – I ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione europea provano oggi a fare il primo passo verso l’avvio di una missione navale contro il traffico illegale di migranti nel Mediterraneo. La missione navale potrebbe prevedere la distruzione dei barconi, sotto la protezione dell’Onu. Da settimane l’Ue prepara misure per lottare contro le reti del traffico di migranti, specialmente dopo i numerosi recenti naufragi nel Mediterraneo.

Il passo che potrebbe arrivare oggi è l’approvazione, da parte di ministri di Esteri e Difesa Ue, del “concetto di gestione” iniziale della nuova missione, che rientrerebbe nell’ambito della politica di difesa e sicurezza comune dell’Ue. Il passo successivo dovrebbe essere la designazione della sede centrale e del comando, nonché la prima pianificazione della missione, che verrebbe lanciata più avanti, forse in occasione del vertice dei leader europei a fine giugno, come ha ipotizzato l’Alta rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini.

La Spagna ha chiesto cautela sulla questione del quando potrebbe essere lanciata la missione europea, affinché non si fissino paletti e si possa dare opportunità agli sforzi dell’Onu di agevolare il dialogo tra le diverse fazioni in conflitto in Libia e ottenere un governo di unità. “La nostra priorità è il negoziato” che porta avanti il rappresentante speciale del segretario generale Onu in Libia, Bernardino Leon, ha detto questa settimana il segretario di Stato spagnolo per gli affari esteri Ignacio Ybáñez.

L’Unione europea ha previsto una missione per tappe che, in ultima istanza, potrebbe aver bisogno del via libera delle autorità libiche, il che è impossibile finché il Paese non raggiungerà un accordo su un govero di unità e, in sua mancanza, di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. In primo luogo la missione si occuperà del salvataggio dei migranti nelle acque del Mediterraneo, poi di agire contro i barconi che si trovano in acque internazionali e sono senza bandiera (o con bandiera di un Paese che ne autorizzi la cattura) e infine di distruggere le imbarcazioni usate dai trafficanti di esseri umani, il che richiederebbe il permesso delle nuove autorità libiche o appunto dell’Onu.

Per provare a ottenere il mandato delle Nazioni unite, Mogherini si è recata a New York la settimana scorsa per esporre il dramma migratorio in corso che affronta l’Ue dal Mediterraneo e cercare l’appoggio dei Paesi con diritto di veto in Consiglio di sicurezza. “Non stiamo assolutamente pianificando un intervento militare in Libia, ma un’operazione navale in coordinamento con le autorità libiche, per smantellare il modello di traffico delle organizzazioni criminali che trafficano esseri umani”, aveva spiegato Mogherini.

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