Parigi (Francia), 2 giu. (LaPresse/Reuters) – Ha preso il via a Parigi la conferenza internazionale dei Paesi membri della coalizione che combatte il gruppo jihadista dello Stato islamico. Il principale focus del vertice è sulla situazione dell’Iraq e sui modi con cui ribaltare le sorti di Ramadi, capoluogo della provincia di Anbar, che ad appena 90 chilometri da Baghdad è caduta la scorsa settimana nelle mani dei militanti. “Ramadi è stata un duro colpo”, ha dichiarato una fonte diplomatica al vertice. “Non cambieremo i fondamenti della nostra strategia, i raid aerei e il sostegno alle forze irachene, ma è cruciale che tutti in Iraq siano parte della lotta contro lo Stato islamico”, ha aggiunto. I leader della coalizione analizzeranno anche i risultati della missione e la sua efficacia per l’obiettivo di “asfissiare” lo Stato islamico.
Mentre i jihadisti consolidano le loro posizioni, il premier iracheno Haidar Abadi, moderato sciita, deve tentare di persuadere quante più tribù arabe sunnite a combattere contro i militanti, sfida che sta mettendo alla prova il suo governo. Abadi, copresidente della conferenza di Parigi con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, deve anche mostrare di essere in grado di controllare le milizie sciite, da cui dipende fortemente. Un alto funzionario del dipartimento di Stato ha commentato: “Siamo venuti qui sulla scia degli eventi di Ramadi. Siamo venuti per discutere con Abadi del suo piano per liberare Ramadi e la provincia di Anbar”. Ha anche confermato la presenza al vertice del segretario di Stato statunitense, John Kerry, seppure da remoto, dopo che si è rotto una gamba domenica e ha quindi lasciato l’Europa per tornare negli Usa.
La conferenza di Parigi ha anche il mandato di valutare se la coalizione stia riuscendo nel suo obiettivo di “asfissiare” lo Stato islamico, con mezzi che includono gli attacchi aerei, il freno al flusso dei foreign fighter, il taglio ai finanziamenti, gli aiuti umanitari, il contrasto online e la stabilizzazione delle zone irachene colpite dai combattimenti. In programma per Fabius, prima dell’incontro con Abadi, una riunione con un ristretto gruppo di ministri per discutere la Siria e della presa dell’antica città di Palmira, mentre il presidente Bashar Assad sembra perdere terreno. In agenda c’è anche la discussione degli sforzi per rilanciare i colloqui di pace e per aiutare la Turchia a difendere le sue frontiere con le zone siriane sotto controllo dello Stato islamico.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata