Ankara (Turchia), 7 giu. (LaPresse/EFE) – Duro colpo alle elezioni parlamentari in Turchia per il presidente Recep Tayyp Erdogan: il suo Akp resta il primo partito, ma perde la maggioranza assoluta che aveva dal 2002 in Parlamento. Rendendo così irrealizzabie il suo sogno di trasformare la Turchia in una Repubblica presidenziale. Non solo, perché l’Akp perde anche il 9% di sostegno e 71 deputati. A incidere sulla batosta è stato in gran parte il successo del partito filocurdo Hdp, guidato dal 41enne Selahattin Demirtas. Ha raggiunto l’obiettivo che si era prefisso (e che molti ritenevano impossibile): superare per la prima volta la soglia del 10% necessario a entrare in Parlamento, togliendo peso al potentissimo Akp. “La decisione della nazione è la migliore decisione. Non preoccupatevi. Non ci inchineremo mai ad alcun potere”, ha commentato il premier Ahmet Davutoglu parlando nella sua città natale, Konya.

Secondo i dati di Hurriyet, il partito di ispirazione islamica di Erdogan ha ottenuto il 40,65% delle preferenze, equivalente a 254 seggi sul totale di 550, un numero insufficiente ad avere la maggioranza assoluta per cui ne servono 276. Secondo è arrivato il partito kemalista d’opposizione Chp, con il 25,26% dei voti, pari a 132 seggi. I nazionalisti del Mhp di Devlet Bahceli hanno ottenuto il 16,52%, pari a 82 seggi, mentre il filocurdo Hdp ha superato la soglia di sbarramento del 10%, registrando il 12,88%, pari a 82 seggi. L’affluenza al voto, secondo l’agenzia di stampa Anadolu, è stata dell’86%.

E’ la prima volta che l’Hdp ottiene rappresentanza in Parlamento e i curdi, nel sudest del Paese, sono scesi in strada a festeggiare sparando in aria e facendo esplodere fuochi d’artificio. “Ci aspettavamo circa il 12% o 13% dei voti. Ed è andata come previsto. Siamo felici dei risultati”, ha commentato il leader del partito filocurdo Demirtas, che ha escluso di allearsi in una coalizione con l’Akp. “Abbiamo promesso di non formare una coalizione con l’Akp: non lo appoggeremo (…), ci aspetta un ruolo di opposizione onorevole e di qualità”, ha assicurato agli elettori. “E ci aspetta un obiettivo difficile”, ha proseguito, mentre la prossima meta sarà “arrivare al potere da soli”.

Oltre all’obiettivo di riconfermare la maggioranza assoluta del suo partito, Erdogan si era prefissato di superare il 60% necessario per poter convocare un referendum sul sistema politico del Paese. Obiettivo: attribuire alla presidenza – quindi, a se stesso – il potere esecutivo, trasformando la Turchia in una Repubblica presidenziale. “Le discussioni su presidenza con potere esecutivo e dittatura sono arrivate alla fine in Turchia, con queste elezioni”, ha commentato in proposito Demirtas.

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