New York (New York, Usa), 19 giu. (LaPresse/Reuters) – Sono state le dure parole di Obama a scuotere ulteriormente l’America dopo la strage di Charleston. Il presidente si è scagliato contro la facilità di mettere le mani sulle armi, una peculiarità tutta statunitense: “Chi voleva uccidere non ha avuto problemi a mettere le mani su un’arma”. Così Barack Obama ha tuonato dalla Casa Bianca intervenendo sulla strage avvenuta in una chiesa metodista storicamente afroamericana. Nove i morti, sei donne e tre uomini. Fra loro c’è anche il pastore reverendo Clementa Pinckney, senatore democratico nel Senato del South Carolina. Violenze come a Charleston “non si verificano in altri Paesi, non con questa frequenza”, ha detto Obama.

E ieri è stato arrestato il sospettato numero 1, il presunto killer, un 21 enne bianco, fermato nel vicino stato del North Carolina. Introverso e con un fascino per il suprematismo bianco. È questo il ritratto che emerge del ragazzo, Dylann Roof, arrestato negli Stati Uniti per la sparatoria. Uno zio, Carson Cowles, in un’intervista telefonica rilasciata a Reuters ricorda di avere detto diversi anni fa alla sorella, cioè la madre del giovane, di essere preoccupato su Roof e che il ragazzo era troppo calmo e introverso.

“Ho detto che aveva 19 anni, ancora nessun lavoro, né una patente né niente e che stava solo nella sua stanza tanto tempo”, racconta. Inoltre ad aprile, sempre secondo lo zio, in occasione del 21esimo compleanno di Roof, il padre gli aveva regalato una pistola calibro .45. Il giovane aveva già alle spalle degli arresti.

A febbraio era stato arrestato in un mall di Columbia per possesso di droga e si era mostrato nervoso nei confronti della polizia, atteggiamento che aveva giustificato dicendo che i genitori gli mettevano pressioni perché trovasse un lavoro. Due mesi dopo, inoltre, la polizia fu chiamata nuovamente al mall e Dylann Roof fu arrestato di nuovo, nel parcheggio, per sconfinamento, cioè perché si era avvicinato al mall nonostante gli fosse stato vietato. La foto che aveva sul suo profilo Facebook lo mostra una giacca con le bandiere di Sudafrica e Rhodesia (l’attuale Zimbabwe) risalenti al periodo dell’apartheid, cioè quando i due Paesi africani erano governati dalle minoranze bianche.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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