dal nostro inviato Fabio De Ponte
Bruxelles (Belgio), 25 giu. (LaPresse/EFE) – Appare tutta in salita la strada di questo Consiglio europeo, che riunirà intorno a un tavolo a Bruxelles i capi di Stato e di governo dell’Ue oggi e domani. Sarà senz’altro la vicenda greca, che ufficialmente non è neanche all’ordine del giorno, con la possibilità sempre più concreta di una uscita di Atene dall’euro, a tenere banco. L’altra questione chiave all’attenzione dei leader sarà quella dell’immigrazione. Ma se già era improbabile prima il raggiungimento di un accordo sulle quote obbligatorie, ora sembra una ipotesi ancora più lontana, essendosi l’attenzione spostata dall’emergenza sbarchi a quella ellenica.
Proseguono infatti in maniera estenuante i negoziati tra la Grecia e i creditori. Prima un incontro nel pomeriggio di ieri, poi una nuova sessione in serata, sospesa a tarda notte. E poi una terza riunione stamane, per cercare di trovare una intesa. Intorno al tavolo il premier greco Alexis Tsipras, il presidente della Bce Mario Draghi, la direttrice del Fmi Christine Lagarde e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, ma anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il commissario europeo per l’euro Valdis Dombrovskis, il commissario per gli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici e il direttore del fondo di salvataggio Klaus Regling.
I tempi sono strettissimi perché entro fine mese la Grecia deve restituire 1,6 miliardi di euro al Fmi. In caso contrario scatterà il default, il che scatenerebbe un effetto domino che inizierebbe con le corse agli sportelli delle banche e potrebbe concludersi con l’uscita del Paese dall’euro. “Non voglio il Grexit. In tal caso, ci troveremmo in un territorio inesplorato, come dicono alcuni, con tutti i rischi che ciò comporta”, ha spiegato Lagarde. Il nodo fondamentale è che la Grecia propone un piano fatto di nuove tasse, mentre i creditori pretendono che metta mano alle pensioni e al mercato del lavoro. Le istituzioni internazionali “hanno presentato una nuova proposta che trasferisce il carico sui lavoratori e i pensionati con misure sociali ingiuste, mentre al tempo stesso propone di evitare l’aumento del peso su coloro che hanno di più”, riassumono fonti del governo di Atene.
Ieri sera c’è stata anche una riunione dell’Eurogruppo, terminata rapidamente con un nulla di fatto proprio perché, contrariamente alle attese, non c’era un accordo sul tavolo da approvare. Per le 13 di oggi è convocata una nuova riunione.
A confermare che il rischio che Atene esca dall’euro è concreto è stato ieri anche il premier italiano Matteo Renzi, nella sua informativa al Senato in vista del vertice Ue. “I greci devono sapere – ha spiegato -, e lo diciamo con l’affetto di amici e la vicinanza di chi sa le difficoltà del popolo greco, che esiste una fortissima pressione per usare questa finestra che si apre per chiudere i conti con la Grecia ed eliminare la Grecia dalla zona euro”.
Ma anche sulla questione dell’immigrazione la strada appare tuttaltro che in discesa: la situazione di Ventimiglia, dove alla vigilia del vertice ieri sera la frontiera è stata temporaneamente chiusa ai migranti sul lato francese da un ingente dispositivo di sicurezza e 130 di loro sono tornati sugli scogli di Ponte San Ludovico, e il caso di Calais, dove centinaia di migranti sono stati respinti mentre tentavano di entrare nel Regno Unito approfittando dello sciopero dei portuali (sarebbero tremila a vivere in accampamenti nella zona in attesa di attraversare la Manica), hanno raffreddato le aspettative italiane: “Oggi – ha detto Renzi – non ci sono le condizioni per cambiare l’approccio del regolamento di Dublino. Lo vediamo dai giornali, prima ancora che dalle cancellerie. Siamo in un periodo in cui torna a farsi strada la paura, in cui si afferma di nuovo l’idea di frontiera, piuttosto che di piazza”. E pure la decisamente meno impegnativa possibilità di approvare la distribuzione obbligatoria delle quote di migranti ipotizzate dalla Commissione Ue sembra piuttosto scarsa: diversi Paesi sono contrari a rendere vicolanti le quote e lo stesso commissario alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, ha messo in chiaro dopo l’ultima riunione dei ministri dell’Interno dell’Ue di aspettarsi una intesa non prima di fine luglio.
Stamane, intanto Renzi, ha incontrato, insieme al ministro dell’Interno Angelino Alfano, una delegazione delle Regioni e dell’Anci, per mettere a punto la strategia per gestire i profughi in arrivo, ribandendo la strada del doppio binario indicata nei giorni scorsi: “I richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati”, ha detto. Intanto, stamattina nel porto di Catania è arrivato il Kpv Poseidon della guardia costiera svedese, che ha recuperato nel canale di Sicilia uno scafo con 497 migranti di nazionalità varia. Tra loro anche una donna senza vita.