Atene (Grecia), 1 lug. (LaPresse) – Alexis Tsipras sfida i creditori internazionali, confermando che il referendum di domenica sulle proposte delle istituzioni si terrà e chiedendo ai greci di votare contro di esse. E mentre il premier greco lancia il suo appello al no, secondo un sondaggio il 54% dei greci intende seguire il suggerimento. Nel frattempo nel Paese si moltiplicano gli appelli a votare sì: arrivano dall’ex premier Costantino Mitsotakis, dal primate della Chiesa greca ortodossa Girolamo II e da un comitato di oltre 50 personaggi pubblici. E’ stato un discorso duro, quello di Tsipras alla nazione, trasmesso dalle tv poche ore prima della nuova conference call di emergenza dell’Eurogruppo, convocata dopo la lettera inviata ai creditori internazionali la notte scorsa, in cui sostanzialmente Atene accettava le loro condizioni salvo alcune modifiche. Ieri a mezzanotte è scaduto il tempo per il pagamento del debito di 1,6 miliardi di euro dovuto al Fondo monetario internazionale e il secondo programma di salvataggio di Atene.

“Abbiamo la ferma intenzione di arrivare a un accordo”, ha detto Tsipras rivolgendosi ai greci, e “mente chi dice che esista un piano segreto per la Grexit“. Ma ha gelato i partner internazionali sul referendum: “Dire no non significa dire no all’Europa, ma tornare a una Europa di valori, valori che abbiamo concordato e hanno un significato”. Ha promesso ai greci che “questa situazione non continuerà a lungo: salari e pensioni non andranno persi” e ha accusato i creditori di aver ricattato Atene “dicendo ‘o accettate le proposte dei creditori, oppure i greci avranno difficoltà'”. Intanto, oggi circa mille banche hanno riaperto i battenti, dopo la chiusura legata al congelamento della liquidità di emergenza da parte della Bce, per permettere ai pensionati di ritirare la somma settimanale di non oltre 120 euro. Molti di loro, infatti, non possiedono bancomat con cui prelevare dagli sportelli automatici, dove si sono formate lunghe code di persone intenzionate a ritirare i 60 euro consentiti ogni giorno. E mentre il referendum di domenica si avvicina, un sondaggio rivela che la maggioranza dei greci (54%, mentre era il 57% prima della chiusura delle banche) pensa di votare no. Intende votare sì il 33% degli elettori, in aumento dal 30%. La rilevazione è stata condotta fra il 28 e 30 giugno dalla compagnia ProRata e pubblicata dal giornale Efimerida ton Syntakton.

Nel frattempo si moltiplicano gli appelli a votare sì. Il 97enne ex premier Costantino Mitsotakis ha affermato che l’unica via di salvezza per Atene è “che domenica si voti massicciamente ‘sì’ all’Europa e all’euro“. Gli ha fatto eco l’arcivescovo di Atene e primate della Chiesa greca ortodossa, Girolamo II: “I partiti”, “la Chiesa” e “ogni greco” non lascino che “il veleno delle divisione penetri nelle nostre anime”, facendo riferimento a una “famiglia europea comune”. E per sostenere il “sì all’Europa” è nato un comitato di 50 personaggi pubblici di varia provenienza: tra loro l’ex primo ministro Panagiotis Pirkammenos, i sindaci di Atene e Salonicco, l’attore Giannis Bezos, l’europarlamentare Anni Podimata, il sollevatore di pesi Pyrros Dimas e il fisico Dimitri Nanopoulos.

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