Atene (Grecia), 2 lug. (LaPresse/Reuters) – Le lunghe file dei pensionati fuori dalle banche greche, aperte appositamente per permettere loro di ritirare al massimo 120 euro delle loro pensioni, sono diventate il simbolo delle difficoltà economiche dei greci. Con la chiusura delle banche e i controlli imposti per impedire il collasso del sistema, la gravità dei problemi del Paese è diventata sempre più chiara. E campeggia sulle prime pagine dei giornali e nei servizi delle tv nazionali. In attesa del referendum di domenica in cui ieri il premier Alexis Tsipras ha invitato a votare no alle misure chieste dai creditori internazionali, tra cui proprio tagli alle pensioni.

Mille istituti di credito sono stati aperti ieri per permettere ai pensionati che non posseggono carte con cui accedere agli sportelli automatici di ritirare al massimo 120 euro dei loro assegni mensili. “In fila per una manciata di euro”, ha titolato oggi il quotidiano conservatore Eleftheros Typos. “La dignità promessa da Tsipras si trasforma in umiliazione per migliaia di pensionati”, ha scritto ancora. Per molti di questi, nel Paese dove uno su quattro della forza lavoro è disoccupato, la pensione è l’unica entrata con cui mantenere le famiglie. Il tema, quindi, è particolarmente delicato.

Konstantinos Nikolopoulos, 70enne ex impiegato di Warner Bros, è uscito dalla sua banca a mani vuote. “Mi hanno detto che non sapevano se avrebbero ricevuto il denaro e mi hanno chiesto di tornare domani a verificare. La situazione è fuori controllo”, ha detto. Sul referendum, si è detto confuso: “Credo il messaggio debba essere che il popolo greco deve prendere la decisione di sanare il suo debito con un compromesso giusto, quindi tendo al no”.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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