Atene (Grecia), 3 lug. (LaPresse/Reuters) – A meno di due giorni dall’atteso referendum la Grecia è spaccata a metà. Da una parte chi sostiene il ‘sì’ e dall’altra chi appoggia il ‘no’. A dimostrarlo sono sia l’immagine di due manifestazioni in piazza stasera nel centro di Atene, due cortei separati per esprimere la propria idea in vista del voto, sia i sondaggi, dai quali emerge un testa a testa fra ‘sì’ e ‘no’.
IL ‘NO’ A PIAZZA SYNTAGMA, IL ‘Sì’ ALLO STADIO OLIMPICO. Ad Atene almeno 20mila persone sono scese a manifestare per il ‘no’ e altrettante per il ‘sì’, rispettivamente a piazza Syntagma e allo Stadio olimpico. Al corteo del ‘no’ sono scoppiati scontri fra polizia e manifestanti, ma la situazione è subito rientrata. Gli scontri hanno coinvolto una decina di persone vestite di nero che portavano bandiere rosse e gli agenti hanno lanciato granate stordenti.
ULTIMO APPELLO DI TSIPRAS PER IL ‘NO’: STARE IN UE CON DIGNITA’. E a piazza Syntagma è intervenuto sul palco in serata il premier Alexis Tsipras per il suo ultimo comizio prima del referendum: “Domenica diamo tutti insieme un messaggio di democrazia e dignità al mondo, un messaggio di speranza a tutti i popoli. Domenica non decidiamo se stare in Europa ma di vivere con dignità in Europa, lavorare e prosperare in Europa, essere uguali fra uguali”, ha detto Tsipras. “Oggi tutta l’Europa guarda voi, il popolo greco, i 3 milioni di poveri e gli 1,5 milioni di disoccupati. Oggi tutto il pianeta guarda piazza Syntagma, dove è nata la democrazia”, ha aggiunto, chiedendo ai greci di “fare nuovamente la storia nel luogo in cui è nata la democrazia” e di dire “un grande e orgoglioso no agli ultimatum” dei creditori.
TESTA A TESTA NEI SONDAGGI. Per la rilevazione condotta dall’istituto demoscopico Public Issue per il quotidiano Avgi, organo di Syriza, il 43% è a favore del no e il 42,5% appoggia il sì, mentre gli indecisi si aggirano intorno al 9%. Testa a testa anche secondo una rilevazione di Alco per il quotidiano Proto Thema, anche se in questo caso in leggero vantaggio sembra il sì con il 41,7%, mentre il no si attesterebbe al 41,1% e gli indecisi sarebbero il 10,7%. La situazione sembra comunque piuttosto volatile: in un sonadaggio pubblicato stamattina dal periodico Ethnos, lo stesso istituto Alco dava il sì al 44,8% e il no al 43,3%, con gli indecisi all’11,8%.
IL VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DI STATO AL REFERENDUM. Se i risultati sono incerti, quel che è certo è invece che il referendum si farà. Il Consiglio di Stato della Grecia ha respinto oggi il ricorso contro il referendum presentato da due cittadini, facendo cadere ogni ostacolo allo svolgimento del voto. I due ricorrenti ritenevano la consultazione incostituzionale dal momento che la Carta non permette referendum su questioni fiscali e sostenevano che il quesito fosse poco chiaro. “Il referendum si terrà”, ha detto il giudice che presiede la Corte, Nikolaos Sakellariou.
I TIMORI PER I PRODOTTI NEI NEGOZI. Nel quinto giorno di chiusura delle banche e controlli sui capitali si comincia a temere per le scorte di prodotti nei negozi. La chiusura delle banche e il tetto dei 60 euro per il prelievo giornaliero dai bancomat minaccia le forniture: da una parte i cittadini hanno accumulato in casa beni essenziali come zucchero, farina, pasta, riso e piselli, costringendo i commercianti a fare ricorso alle scorte presenti nei magazzini; dall’altra i commercianti hanno penuria di monete e banconote di taglio diverso dai 20 euro. “Abbiamo decisamente un problema con la moneta. Tutti arrivano con i biglietti da 20 euro ritirati dalle banche”, racconta Eleni Katsamaki, che gestisce un banco di frutta e verdura nel sobborgo Piraeus di Atene. Difficile gestire le vendite: “Per fortuna ci eravamo procurati denaro per dare il resto, ma sta per finire. Tra poco non potrò più vendere perché non potrò più dare il resto”. Quanto agli scaffali al momento non sono vuoti perché i negozi stanno usando le scorte che hanno nei magazzini: “A questo stadio non c’è problema di carenza di prodotti” ma “nessuno sa quanto durerà”, spiega Melina Varoutsikou, portavoce di una delle catene di supermercati più diffusa in Grecia, Sklavenitis.
TSIPRAS CONTRO RICATTI, SAMARAS: È VOTO SULL’EURO. È in questo contesto che il premier Alexis Tsipras è tornato a parlare alla nazione. Prima del suo comizio in piazza Syntagma, in un breve messaggio al Paese nel primo pomeriggio era intervenuto mostrandosi calmo, e aveva nuovamente invitato i cittadini a votare ‘no’ “contro i ricatti e gli ultimatum”, dicendo che l’unica possibilità per la Grecia “è un taglio del 30%” del debito. Ma soprattutto Tsipras ha sottolineato che votare ‘no’ non significa creare una frattura con l’Europa. È proprio su questo che invece punta il fronte del ‘sì’ per convincere gli indecisi: l’ex premier Antonis Samaras per esempio, conservatore, ha lanciato oggi un appello a votare ‘sì’ affermando che “domenica votiamo sì o no all’euro, non votiamo a favore di una o un’altra proposta”. Il referendum in realtà è stato indetto per votare sulla proposta di accordo presentata dai creditori internazionali ad Atene per erogare gli aiuti economici necessari al Paese per non andare in default. E un segnale di tranquillità ha voluto darlo oggi anche il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis: “Sia che vinca il sì, sia che vinca il no, un accordo è in vista. Se diranno sì, il governo greco semplicemente firmerà la linea punteggiata sotto le proposte delle istituzioni del 25 giugno. Se sarà un no, vi assicuro che in questa settimana di stallo abbiamo avuto alcune proposte molto interessanti in via confidenziale dalle autorità europee, e un accordo è più o meno fatto”, ha detto in un’intervista alla irlandese Rte. Dichiarazioni però smentite poco dopo dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che già ieri aveva affermato che la vittoria del ‘no’ non rafforzerebbe la posizione di Atene al tavolo negoziale.
BANCHE: UN MILIARDO DI LIQUIDITA’ FINO A LUNEDì. Da Atene, intanto, l’associazione delle banche greche ha fatto sapere che “il cuscinetto di liquidità” di cui dispongono gli istituti greci è di un miliardo di euro, sufficiente fino a lunedì. “Poi dipenderà dalle decisioni della Bce”, ha detto ai giornalisti il numero uno dell’associazione bancaria ellenica, Louka Katseli.