10 lug. (LaPresse/EFE) – Papa Francesco ha visitato oggi il carcere di Palmasola, in Bolivia, dove sono reclusi circa 5mila detenuti. Qui il pontefice ha dichiarato che “la reclusione non deve essere esclusione“, sottolineando l’importanza del processo di reinserimento. “Non potevo lasciare la Bolivia senza venire a trovarli”, ha detto il Papa visitando il carcere, una sorta di città-prigione’ autogestita, tra le più violente della Bolivia, dove si trovano reclusi uomini, donne e minorenni con le loro famiglie.

Più tardi, Papa Francesco ha deposto di fronte alla vergine di Copacabana, patrona delle Bolivia, le onorificenze ricevute dal presidente del Paese, Evo Morales. Ad annunciarlo è stato il Vaticano, chiarendo in una nota che il pontefice non riceve né accetta onorificenze.

Nel testo non si legge invece alcun accenno al crocifisso con la falce e il martello che ieri Morales ha donato al Papa, dando il via a polemiche. Al termine della messa celebrata nella cappella della residenza dove alloggia, la casa di arcivescovo emerito di Santa Cruz de la Sierra, Julio Terrazas, il pontefice ha fatto dono alla vergine del Condor delle Ande e della medaglia intitolata a Luis Espinal.

“Il Santo Padre, profondamente grato per le onorificenze che il signor presidente dello Stato plurinazionale della Bolivia gli ha concesso, e nel riconoscimento della nobiltà e della pietà del popolo boliviano, le ha lasciate alla vergine di Copacabana perché guardi con tenerezza materna verso questo caro popolo”, ha precisato in un comunicato il portavoce vaticano, Federico Lombardi.

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