Autobomba al consolato italiano al Cairo: un morto. L’Isis ha rivendicato l’attentato

Il Cairo (Egitto), 11 lug. (LaPresse/Reuters) – Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco di stamattina condotto con un’autobomba davanti al consolato italiano al Cairo, in Egitto. L’ultimo bilancio, fornito dal ministero della Sanità egiziano, è di un morto e 10 feriti (guarda il VIDEO).

“Non c’è dubbio sul fatto che l’obiettivo dell’attentato fosse il consolato italiano”. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a proposito dell’esplosione avvenuta davanti al consolato italiano al Cairo, anche se il giudice egiziano Ahmed Fudali ha detto che l’attentato era rivolto alla sua persona.Il ministro degli Esteri dell’Egitto ha telefonato al titolare della Farnesina Paolo Gentiloni e gli “ha confermato la matrice terroristica dell’attentato” avvenuto davanti al consolato italiano al Cairo. La forte deflagrazione ha causato danni a edifici e abitazioni vicine al consolato nel quartiere di Bulaq Abu Laela. Dalle prime indagini risulta che la bomba era piazzata sotto un’auto vicino al consolato e sia stata azionata a distanza. Il ministro Gentiloni ha ha riferito che “l’autobomba è esplosa in una stradina laterale adiacente al consolato ed è stata attivata con comando a distanza”. L’attacco al momento non è stato rivendicato né è nota l’identità della persona rimasta uccisa.

Gentiloni: Risponderemo con fermezza. L’attentato avvenuto al Cairo davanti al consolato italiano “è un tentativo di intimidazione nei confronti del nostro Paese” e “l’Italia risponderà con fermezza e confermando nostro impegno nella coalizione internazionale anti Daesh” ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Daesh è l’acronimo arabo utilizzato per indicare lo Stato islamico, che viene indicato anche con le sigle Isis, Isil o Is. “Probabilmente era una forma di avvertimento e intimidazione e a questo dobbiamo rispondere con fermezza, ma anche con sobrietà e tranquillità e senza allarmismi”, ha proseguito Gentiloni. Secondo il titolare della Farnesina, si può rispondere solo in due modi, cioè da una parte “confermando e rafforzando le nostre misure di sicurezza al Cairo e in Egitto”, e dall’altro “in modo fermo ma senza allarmismi, confermando il nostro impegno in quella che sarà una lunga sfida, non solo dell’Italia, in cui ruolo della comunità islamica e dei Paesi arabi e islamici è fondamentale”. “Non è una sfida che l’Occidente vince da solo, ma che vinciamo insieme” ha concluso il ministro.

Renzi chiama al-Sisi: Insieme contro terrorismo. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi segue in prima persona e puntualmente gli sviluppi dell’attentato del Cairo, in contatto con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e con l’ambasciata italiana al Cairo. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. In mattinata Renzi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente al-Sisi: “L’Italia – osserva il premier – sa che quella contro il terrorismo è una sfida enorme che segna in profondità la storia del nostro tempo. Non lasceremo l’Egitto solo – conclude Renzi – Italia ed Egitto sono e saranno insieme nella lotta contro il terrorismo e il fanatismo”.

Fermati e rilasciati 4 giornalisti: uno è italiano. Quattro giornalisti, fra i quali un italiano, sono stati fermati e poi rilasciati dalla polizia al Cairo dopo l’esplosione davanti al consolato italiano. A raccontarlo su Twitter è proprio il giornalista italiano, Alessandro Accorsi, che scrive che lui e i colleghi stranieri sarebbero stati fermati dalla polizia perchè arrivati sul luogo dell’esplosione “troppo velocemente”.

Non risultano vittime italiane. Vicini alle persone colpite e al personale. Italia non si fa intimidire”, scrive il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni su Twitter. Intanto la Farnesina fa sapere che la sua unità di crisi si è “subito attivata tramite il personale dell’ambasciata italiana a Il Cairo ed è in costante contatto con le autorità locali. Il personale si è prontamente recato sul luogo dell’esplosione”. Al momento dell’esplosione il consolato era chiuso.