Atene (Grecia), 11 lug. (LaPresse) – Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, propone un’uscita della Grecia dall’euro per almeno 5 anni, tempo che servirebbe ad Atene per ristrutturare il suo debito ma la Grecia smentisce la notizia: Nessuno ha messo sul tavolo dell’Eurogruppo di oggi la possibilità di un’uscita della Grecia dall’euro” A riportare la notizia era stata la ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung am Sonntag’, citando un documento del ministero delle Finanze tedesco. Schaeuble giudica le nuove proposte del governo Tsipras insufficienti.

Nel documento, che delinea la posizione di Schaeuble all’Eurogruppo, il ministero tedesco suggerisce inoltre che Atene trasferisca beni per 50 miliardi di euro a un fiduciario, che si occupi di gestirli utilizzando gli introiti per ridurre il debito. La Grecia resterebbe tuttavia membro dell’Ue, ricevendo “assistenza per la crescita” di “carattere umanitario e tecnico”. Pur riconoscendo alcuni miglioramenti, il documento sottolinea che le nuove proposte votate nella notte dal Parlamento greco “sono carenti in centrali e importanti aree di riforma” necessarie “per modernizzare il Paese e per aumentare la crescita economica a lungo termine e lo sviluppo sostenibile”. Pertanto il pacchetto non sarebbe sufficiente per fare da “base a un completamente nuovo programma triennale Esm”. Questa mattina il giornale tedesco Bild aveva parlato di contrasti interni al governo tedesco tra la cancelliera, Angela Merkel, e Schaeuble. La cancelliera avrebbe infatti una posizione di maggiore apertura rispetto al suo ministro e vuole evitare una Grexit.

Sul tavolo dell’Eurogruppo c’è il nuovo pacchetto di misure proposto dal governo Tsipras e approvato nella notte dal Parlamento greco. Stando alle dichiarazioni dei ministri delle Finanze all’ingresso della riunione, si preannuncia un meeting lungo e difficile. In particolare è emerso un problema di fiducia verso l’esecutivo greco da parte di molti tra i ministri delle Finanze dell’eurozona. Alcuni di loro chiedono garanzie sulle reali capacità e volontà di attuazione delle riforme e delle misure fiscali da parte di Atene.

“Non ci siamo ancora, ci sono ancora molte criticità sulle proposte sia sul lato delle riforme sia sul lato fiscale, e c’è una questione ancora più importante di fiducia: il governo greco deve essere creduto in quello che promette”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, precisando che il governo Tsipras deve “dimostrare che vuole ricostruire la fiducia”. Secondo Dijsselbloem “sarà una riunione piuttosto difficile”.

“L’offerta di riforme approvata dal Parlamento greco costituisce una “buon punto di partenza per i negoziati“, ha detto dal canto suo il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, evidenziando il giudizio positivo dei creditori all’approvazione delle misure da parte del Parlamento greco. “Le istituzioni, tutte, hanno detto che questo piano può essere una buona base per i negoziati”. Ma un accordo tra Grecia e partner europei oggi all’Eurogruppo sarebbe tutt’altro che certo. Fonti vicine ai colloqui sottolineano che le tre istituzioni creditrici (Fmi, Ue e Bce) hanno dato nella notte una valutazione positiva al piano di misure del governo Tsipras, ma la Germania e altri esecutivi dell’eurozona restano scettici. Alti funzionari dell’Euro Working Group hanno lavorato ancora questa mattina per mettere a punto la riunione di oggi dei ministri delle Finanze dell’euro. “Le cifre elevate del fabbisogno greco per i prossimi tre anni potrebbero essere troppo alte e troppo soggette a cambiamenti improvvisi” tanto che potrebbero rendere insufficiente il pacchetto approvato dalla Grecia, ha detto una della fonti. L’altra ha spiegato che c’è il 60% di possibilità che l’Eurogruppo si chiuda con un accordo. La Francia è attualmente il maggior alleato di Atene tra i paesi dell’euro.

Le fonti hanno rivelato che, secondo i calcoli del gruppo di tecnici europei, la Grecia avrebbe bisogno di 82 miliardi di euro in tre anni per far fronte ai propri obblighi finanziari, contro i 53,5 miliardi richiesti dal primo ministro, Alexis Tsipras, al fondo salva-Stati Esm. La speranza dei tecnici è negli altri 16 miliardi di euro che il Fmi dovrebbe versare prima di marzo nelle casse di Atene e negli altri quasi 8 miliardi di finanziamenti dai partner europei, in teoria legati al secondo programma di salvataggio scaduto, che potrebbero completare il quadro degli aiuti. Tuttavia, ha precisato una delle fonti, ulteriori prestiti dal Fmi dipenderebbero dalla disponibilità dei governi dell’eurozona a ridurre il debito pubblico greco in modo sostanziale, un’ipotesi che la Germania non vede di buon occhio.

Scontro Merkel-Schaeuble su gestione crisi. Nel governo tedesco sarebbe in corso uno “scontro” tra la cancelliera, Angela Merkel, e il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, su come condurre la crisi greca. Lo riporta il giornale tedesco Bild, che cita un funzionario che avrebbe dichiarato: “Il documento (greco, ndr) è uno scherzo”. Secondo Schaeuble, riporta il funzionario, il pacchetto di riforme del governo Tsipras sarebbe “insufficiente” e non ci sarebbe spazio per ulteriori negoziati.

Lo scontro di questa fase sarebbe la seconda puntata dopo che, due settimane fa, Schaeuble avrebbe voluto chiudere la porta ai colloqui, mentre Merkel avrebbe imposto il proseguimento del dialogo con Atene. La Bild ritiene che non sia da escludere un veto di Schaeuble sulle proposte greche all’Eurogruppo di oggi. Il funzionario che ha parlato a Bild non apparterrebbe al Ministero delle Finanze.

Parlamento europeo. La notte scorsa il Parlamento greco ha autorizzatoTsipras a negoziare con i creditori internazionali sulla base del programma di riforme presentato in settimana. Hanno votato sì in 251, 32 hanno votato no, 8 si sono astenuti e 9 deputati erano assenti. Alcuni membri del partito di sinistra Syriza, tra cui il presidente del Parlamento Zoe Constantopoulou e il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis si sono astenuti in segno di protesta agli aumenti di tasse e ai tagli alla spesa che le riforme comprendono. Il primo ministro Tsipras ha commentato il voto dicendo che ha avuto un “forte mandato per completare i negoziati e raggiungere un accordo economicamente sostenibile e socialmente equo”.

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