Londra, 11 lug. (LaPresse/PA) – Il premier britannico David Cameron chiederà un’esenzione per il Regno Unito da alcune direttive dell’Unione europea sull’occupazione nell’ambito della ridefinizione dei rapporti di Londra con Bruxelles. È un’indiscrezione riportata dai quotidiani britannici Times e Daily Telegraph, secondo cui i conservatori britannici vorrebbero sbarazzarsi in particolare dell’imposizione della durata massima di 48 ore settimanali e introdurre invece norme per eguali diritti ai lavoratori temporanei. Cameron, sostengono i due quotidiani, cercherà di ristabilire il cosiddetto opt-out alla legislazione europea, cioè letteralmente ‘chiamarsi fuori‘, ovvero una clausola che permette di astenersi da una decisione adottata dalla Commissione europea.

Pare dunque che il leader conservatore intenda tornare alla situazione che c’era con il premier conservatore John Major, il quale aveva compiuto l’opt-out da alcune direttive; tale decisione era poi stata revocata dal primo ministro laburista Tony Blair nel 1997. Blair aveva scelto l’opt-in per la direttiva sul lavoro, raggiungendo però il compromesso che ai lavoratori venisse lasciata la libertà di scegliere se lavorare oltre il limite delle 48 ore settimanali. Un portavoce di Downing Street ha commentato la notizia: “Queste sono solo ancora speculazioni che avevamo anticipato ci sarebbero state durante i negoziati”, ha detto, aggiungendo che Cameron “aveva chiarito di voler ridurre i regolamenti Ue non necessari per rendere l’Europa più competitiva”. “Come ha detto il primo ministro, Europa se necessario, nazionale quando è possibile”, ha affermato il portavoce del governo di Londra. Il piano rientra nel percorso intrapreso da Cameron per rinegoziare il rapporto del Paese con l’Ue su questioni quali la sicurezza sociale, la migrazione e la competitività, prima di indire il referendum sulla permanenza nell’Ue entro la fine del 2017.

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