Di Paola Benedetta Manca

Roma, 14 lug. (LaPresse) – Moni Ovadia, noto attore teatrale ebreo – da sempre impegnato nel recupero e nella rielaborazione del patrimonio culturale e religioso ebraico – ha rilasciato un’intervista a LaPresse in cui commenta l’accordo sul nucleare raggiunto tra l’Iran e le potenze mondiali.

D- Cosa pensa dell’accordo raggiunto a Vienna?

R- Secondo me questo accordo aumenta le prospettive di pace. Meglio gli accordi, dei bombardamenti, come vorrebbe il premier israeliano Benjamin Netanyahu che talvolta agisce come un “pazzo furioso”. Lui vorrebbe attaccare l’Iran, come se non bastasse l’incendio in Medio Oriente e nei Paesi arabi. Quello che vorrei capire è perchè Israele ha il privilegio di non dover parlare delle sue di armi nucleari e di non subire controlli. Allora basta essere in rapporti d’amicizia con gli Usa? O avere già da tempo un arsenale nucleare? Lo stesso vale per il Pakistan: perchè può detenere armi nucleari anche se non è certo uno stato democratico? E perchè nei suoi confronti, come in quelli dell’India, non ci sono mai state sanzioni reali? Perchè questo rigore deve valere solo per l’Iran?

D- Dunque, lo giudica un accordo positivo?

R- Sì. Non è perfetto ma è comunque un embrione del disarmo totale a cui devono arrivare, a mio avviso, tutti gli Stati. In ogni caso è un accordo diplomatico. L’alternativa qual è? Che l’Iran decida unilateralmente sullo stato dei propri armamenti preparando il mondo a nuove disgrazie? D- Qual è la posizione degli ebrei sull’accordo sul nucleare raggiunto a Vienna? R- Le grandi comunità ebraiche sono completamente appiattite sulle posizioni del governo israeliano in carica. E’ così da sempre, soprattutto se tale governo è reazionario e repressivo, e questo lo è. Io non faccio più parte di nessuna comunità ebraica perchè non accetto di far parte di strutture ufficiali di propaganda del governo israeliano. Per fortuna c’è anche una parte dell’ebraismo che è contrario alle politiche di Netanyahu.

D- Qual è la posizione che Netanyhau dovrebbe avere rispetto all’accordo sul nucleare?

R- Netanyhau deve pensare ai suoi di armamenti nucleari e a far cessare la guerra con i Palestinesi, ma la verità è che vuole la guerra permanente in modo da poter rimanere sempre al potere. La logica di Netanyahu è da sempre basata sul conflitto, è una logica da fortezza, da accerchiamento, da rappresaglia. Il premier israeliano avrebbe dovuto far parte delle trattative per l’accordo con l’Iran ma non ha potuto perchè, a quel punto, avrebbe dovuto dichiarare il suo di arsenale nucleare e, su questo, la Comunità internazionale tace, garantendogli l’immunità: un atteggiamento penoso.

D- Un punto su cui la trattativa ha rischiato più volte di naufragare è quello relativo alle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. L’accordo potrebbe non impedire all’Iran di andare avanti nella ricerca e nello sviluppo sulle centrifughe chiave.

R- Non vedo perchè all’Iran dovrebbe essere negato il diritto all’uso del nucleare in campo civile, quando ci sono Paesi come quelli che ho citato prima e altri che fanno parte dell’ex Unione sovietica che si comportano come vogliono riguardo agli armamenti nucleari.

D- In quest’accordo potrebbero esserci dei rischi? L’Iran, ad esempio, potrebbe non rispettare le condizioni poste?

R- Non credo che l’Iran metta a rischio questo importante risultato, il presidente Hassan Rouhani non è Ahmadinejad che faceva il gioco di Netanyahu, dandogli lo spunto per eventuali conflitti. Mi sembra un uomo di buon senso e potrebbe essere per l’Iran l’inizio di una nuova fase nei rapporti con gli altri Stati.

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