Atene (Grecia), 15 lug. (LaPresse/Reuters) – Mentre il Parlamento di Atene si prepara a votare sulle riforme richieste dai creditori internazionali come condizione per nuovi aiuti, il primo ministro Alexis Tsipras tenta di contenere la “rivolta” interna al suo partito Syriza: “O stasera saremo uniti” nel votare sì, oppure sarà difficile che resti premier. Intanto, i dipendenti pubblici e i farmacisti sono in sciopero per 24 ore e hanno marciato nel centro di Atene per dire il loro no a Tsipras. Sono scesi in piazza anche gruppi di sinistra contrari al pacchetto di riforme, in manifestazioni inizialmente pacifiche poi sfociate in scontri vicino al Parlamento. I dimostranti hanno lanciato decine di molotov contro gli agenti, che hanno risposto con gas lacrimogeni che hanno fatto fuggire centinaia di persone in piazza Syntagma. La polizia ha fatto sapere di almeno 30 arresti.
Tra le file di Syriza oggi si sono contate nuove defezioni, mentre il partito è profondamente spaccato. La vice ministra delle Finanze greca, Nandia Valavani, ha annunciato le dimissioni per protestare contro l’accordo: “Non posso più essere un membro di questo governo”, ha spiegato. Si sono sfilati anche il segretario generale del ministero dell’Economia, Manos Manousakis, e della Sicurezza sociale, Giorgos Romanias.
Oltre la metà dei membri del comitato centrale di Syriza, cioè 109 su 201, si è pronunciato contro l’accordo raggiunto a Bruxelles. Il comitato ha diffuso una dichiarazione in cui ha parlato di colpo di Stato da parte dei leader europei, degli “umilianti” termini richiesti definiti incompatibili con i principi della sinistra. Tuttavia, anche con la frattura interna a Syriza, il pacchetto di riforme sembra destinato a passare nel voto previsto per la notte, grazie al sostegno dei partiti di opposizione filoeuropei.
Dall’esterno del governo, dopo le dimissioni della scorsa settimana, è arrivata anche la voce dell’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Il nuovo accordo è un “nuovo trattato di Versailles” destinato a fallire, ha tuonato, accusando “la troika con le istituzioni e il signor Schaeuble di aver lavorato duramente per ripristinare un memorandum duro e tossico”.
Quanto a lungo Tsipras resterà in carica come premier, intanto, resta un interrogativo, visto che più di 30 deputati intendono astenersi o votare contro il governo stanotte. Tra chi si oppone – oltre a chi ha rassegnato le dimissioni – c’è il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis: “Scegliere tra il prestito e la catastrofe è una scelta da fare avendo di fronte il terrore”, ha detto. E anche chi è meno drastico teme il doloroso mix che comprende aumenti delle tasse, riforme delle pensioni e del lavoro, destinati a pesare sull’economia già debole. “È un accordo difficile e solo il tempo dirà se sarà sostenibile”, ha detto il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, poco prima che le commissioni parlamentari nel pomeriggio dessero il loro ok. Le elezioni anticipate restano un’ipotesi, se la maggioranza di Tsipras cederà. E un rimpasto di governo è atteso dopo il voto, con la sostituzione di Lafazanis e del vice ministro al Lavoro Dimitris Stratoulis.
Intanto, con le banche che resteranno chiuse almeno sino a venerdì, molti greci ritengono che le riforme siano il male minore se paragonate alle conseguenze di una eventuale uscita dall’eurozona. “Siamo il bambino in bancarotta dell’Europa e, in qualità di bambino, l’Europa ci ha sostenuto per cinque anni e ci ha detto cosa dovevano fare per uscire da questa situazione. Non abbiamo fato nulla e ora paghiamo le conseguenze”, dice Yannis Theodosis, ingegnere 35enne. I dipendenti pubblici e i farmacisti hanno scioperato oggi contro le riforme richieste, scendendo in piazza così come hanno fatto diversi gruppi di sinistra. Le manifestazioni sono state inizialmente tranquille, poi in serata, vicino al Parlamento, sono scoppiati scontri con lanci di bottiglie molotov cui la polizia ha risposto con lacrimogeni.