Atene (Grecia), 16 lug. (LaPresse/Reuters) – I ministri delle Finanze dell’eurozona hanno raggiunto un accordo di principio sul prestito ponte di 7 miliardi di euro alla Grecia, soldi che, in caso di mancata restituzione saranno a carico della sola eurozona. A dare la notizia il sito di Bloomberg, citando una fonte vicina al dossier. Il prestito sarà annunciato ufficialmente domani. La fonte precisa che il prestito ponte arriverà dal fondo Efsm, che raccoglie contributi da tutti i 28 Stati membri Ue.

Dal Parlamento greco è arrivato, invece, il sì al primo pacchetto di misure per il salvataggio. Il sì dai 229 è arrivato ben oltre la mezzanotte. A dire no sono stati in 64, 6 gli astenuti. Per l’approvazione, però, Tsipras ha avuto bisogno dei voti dell’opposizione. Trentotto i deputati dissidenti di Syriza, e fra loro ci sono l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis e il vice ministro del Lavoro Dimitris Stratoulis.

Dubbi sul rimpasto del governo-. Visto il loro voto contrario al pacchetto, si sono diffuse voci secondo cui i ministri Lafazanis e Stratoulis potrebbero essere rimossi dalla squadra di governo nell’ambito di un rimpasto. A questo proposito Lafazanis ha affermato che lui resta leale al governo ma è eventualmente pronto a offrire le sue dimissioni, unendosi così alla vice ministra delle Finanze Nadia Valavani, che ha lasciato ieri. “Sosteniamo Syriza nel governo e sosteniamo il primo ministro. Non sosteniamo il salvataggio”, ha detto Lafazanins dopo il voto. Parlando in Parlamento prima della votazione, invece, il premier Tsipras ha chiarito che lui sostiene il pacchetto contro la sua volontà, dicendo che non c’è alcuna alternativa se la Grecia vuole evitare il crollo finanziario.

II piano di riforme. In cambio di un finanziamento fino a 86 miliardi di euro, Atene ha accettato riforme che comprendono significativi aggiustamenti alle pensioni, aumento dell’Iva, superamento del sistema di contrattazione collettiva, liberalizzazioni e rigidi limiti alla spesa pubblica. Ha acconsentito inoltre a bloccare 50 miliardi di euro di asset pubblici in un fondo speciale di privatizzazione come collaterale all’accordo. La presidente del Parlamento, Zoe Constantopoulou di Syriza, ha definito le misure un “genocidio sociale” e ieri sera violenti scontri sono scoppiati fra polizia e manifestanti a piazza Syriza, davanti al Parlamento.

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