Atene (Grecia), 23 lug. (LaPresse/EFE) – L’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha spiegato che la sua decisione di votare sì al secondo pacchetto di riforme approvato nella notte dal Parlamento greco è dovuta al fatto che si trattava di misure che lui stesso aveva accettato già a febbraio. In un post pubblicato sul sito web PressProject, l’ex ministro ha spiegato che la riforma del codice civile e l’adozione della direttiva europea sul risanamento delle banche, incluse nel pacchetto approvato nella notte, a febbraio non “rappresentavano delle grandi concessioni” per il governo, sebbene si trattasse di misure non esenti da critiche.
Nello specifico, Varoufakis ha spiegato che la riforma del codice civile è “piena di pericoli per quanto riguarda i diritti umani delle categorie più deboli, tanto per le famiglie quanto per le aziende in bancarotta”. Tuttavia l’ex ministro ha riconosciuto che la situazione è totalmente diversa rispetto a febbraio, visto che Atene ha deciso di cedere su tutte le linee rosse che aveva tracciato nei colloqui, come le pensioni e l’Iva, aggiungendo che il governo non ha “una lista propria di riforme” e che le misure sono state dettate interamente dai creditori. “Oggi stiamo patendo le conseguenze di un colpo di Stato umiliante messo in atto al posto di un accordo onorevole”, ha aggiunto Varoufakis. L’ex ministro ha poi sottolineato la sua lealtà al premier Alexis Tsipras e al governo, affermando che “indipendentemente dai disaccordi fondamentali” sulle decisioni prese dall’esecutivo dopo il referendum del 5 luglio, il suo obiettivo è “il mantenimento dell’unità di Syriza” e il sostegno al primo ministro e a Euclid Tsakalotos, che ha preso il suo posto al ministero delle Finanze. Riguardo alla votazione di mercoledì scorso sul primo pacchetto di riforme, l’ex ministro ha detto che il suo ‘no’ in quell’occasione è stato lo stesso ‘no’ espresso nel referendum dal 61% dei greci, contrari “a cedere alla logica della mancanza di alternative”.
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