Tripoli (Libia), 28 lug. (LaPresse) – Saif al-Islam Gheddafi, figlio dell’ex rais libico Muammar Gheddafi, è stato condannato a morte per fucilazione. Lo ha riferito al-Jazeera.

Con lui sono stati condannati alla stessa pena anche altri esponenti di alto rango dell’ex regime, destituito nel 2011. Tra loro Abdullah Senussi, che fu capo dell’intelligence. Sono accusati di crimini di guerra e di aver represso le proteste pacifiche durante la rivoluzione.

Condannato a morte anche l’ex primo ministro Baghdadi Ali Mahmudi, ha riferito ancora al-Jazeera. Il processo era iniziato ad aprile 2014, prima dello scontro tra fazioni rivali che ha portato il Paese a nuove fratture e creato due governi paralleli a Tobruk e Tripoli. Il secondogenito dei nove figli di Muammar Gheddafi, Saif al-Islam, è detenuto dal 2011 a Zintan, da un ex gruppo ribelle che si oppone al governo di Tripoli.

Per questo è stato processato in absentia. Era stato catturato nel sud della Libia dopo tre mesi di fuga, il 19 novembre 2011, un mese dopo l’uccisione del padre a Sirte da parte dei ribelli. Saif al-Islam non aveva alcun ruolo ufficiale nel governo, ma era considerato l’erede del rais e la figura più influente dopo di lui. La Corte penale internazionale aveva emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, per crimini contro l’umanità e violenze contro le proteste, chiedendo di processarlo. Le milizie che lo avevano catturato si opposero, determinate a processarlo in Libia. “Non ho paura di morire, ma se mi ucciderete dopo un processo del genere dovrete solo parlare di omicidio”, aveva detto Saif al-Islam, secondo quanto riporta Bbc.

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