Di Donatella Di Nitto
Roma, 10 ago. (LaPresse) – L’Italia chiede “il rientro di Girone, cui va il nostro pensiero, e la permanenza di Latorre in Italia affinché possa completare la fase di recupero”. Dopo tre anni di rinvii il caso dei due fucilieri di marina approda davanti al tribunale internazionale del diritto del mare, a cui l’Italia aveva fatto ricorso il 21 luglio per chiedere “misure cautelari” con carattere di “urgenza” a tutela dei marò, finché non si sarà espressa la Corte arbitrale dell’Aja nella procedura di arbitrato internazionale contro l’India, avviata il 26 giugno scorso. Oggi la prima udienza durante la quale ci sono stati gli interventi del governo e degli avvocati italiani e di quelli indiani. Girone e Latorre di stanza sulla nave mercantile Enrica Lexie, sono accusati dell’uccisione di due pescatori indiani al largo dello Stato indiano del Kerala, avvenuta il 15 febbraio 2012.
Salvatore Girone è “ostaggio” dell’India mentre Massimiliano Latorre è “a rischio, se fosse costretto a tornarvi”, ha sostenuto il nostro Paese nelle ‘Richieste di misure provvisorie’. Per questo il governo italiano ritiene nel ricorso che Delhi “viola i diritti fondamentali” non solo dei due marò, ma di tutta l’Italia. “Gli ultimi rapporti medici sullo stato di salute del sergente Latorre – si legge nel documento – evocano rischi che potrebbero verificarsi se fosse costretto a tornare in India”, un rischio che riguarderebbe “la sua sicurezza e la sua vita”. “In mancanza di un capo d’accusa, le restrizioni alla libertà dei due fucilieri e la loro durata sono arbitrarie e ingiustificabili – prosegue la memoria presentata dal governo italiano – con conseguenze irreparabili per la loro salute e il loro benessere”. Inoltre, “ogni attentato ai diritti, alla salute e al benessere dei fucilieri di marina minaccia direttamente i diritti dell’Italia”.
Dura la posizione dell’India che giudica il nostro Paese in “malafede”. Secondo i legali indiani infatti l’Italia non ha mantenuto “promesse solenni” quando minaccio nel 2013 di non far rietrare i due fucilieri, che avevano ottenuto un permesso di rientro per le elezione del 2013. Girone e Latorre rientrano comunque a New Delhi dopo le proteste indiane. Inoltre, proseguono gli indiani, “definire il sergente Girone come un ‘ostaggio’ è del tutto inappropriato e offensivo ed è dimostrato dal fatto che ad entrambi i marò è stato consentito di tornare due volte in Italia”.
Domani le delegazioni risponderanno alle rispettive domande e vi saranno le repliche e le richieste conclusive dell’Italia all’Itlos, ma la sentenza non arriverà prima del 24 agosto. Il tribunale del mare dovrà decidere se la richiesta italiana è ammissibile e se esistono motivi di urgenza o che ci sia il rischio di “danno grave e irreparabile” tali da dover decidere sulle misure cautelari prima che venga costituito il tribunale arbitrale. Poi la palla passerà al collegio arbitrale dell’Aja, una volta diventato operativo, che dovrà decidere nel merito della controversia e, eventualmente, a ribaltare le decisioni dell’Itlos.
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