Bruxelles (Belgio), 24 ago. (LaPresse) – Germania e Francia vogliono che Italia e Grecia allestiscano al più presto centri di registrazione dei migranti in arrivo nell’Unione europea e spingono per una chiara politica di asilo comunitaria. L’incontro bilaterale a Berlino tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente François Hollande arriva nel pieno della crisi legata all’immigrazione, che si protrae da mesi e negli ultimi giorni è esplosa in nuove emergenze. Gli scontri in Macedonia alla frontiera con la Grecia, tra polizia e migranti intenzionati a dirigersi a nord. Le violenze di gruppi di estrema destra a un campo profughi nella Germania orientale. E ancora l’attacco sventato al treno ad alta velocità Thalys, di cui è stato autore un giovane marocchino noto alla sicurezza di Spagna e Francia e a seguito del quale l’Ue potrebbe rafforzare le misure di sicurezza nelle stazioni.

Hollande ha definito la situazione attuale “straordinaria”, con una responsabilità che “riguarda tutta l’Europa”. Hollande ha sottolineato che l’area Schengen, zona senza frontiere interne, necessita di una strategia comune, che abbia “regole coerenti” e che preveda che chi ne ha diritto ottenga l’asilo. Quindi, per Parigi e Berlino non è sufficiente l’applicazione delle misure concordate a giugno a livello europeo, ma è necessario creare su questa base una politica comune in materia di asilo.

I ministri dell’Interno di Germania e Francia, Thomas de Maizière e Bernard Cazeneuve, stanno lavorando a “un documento comune, per fare in modo che con i partner si possano avviare altre misure”, ha annunciato Hollande. Anche in vista del vertice di novembre a Malta, dove la discussione coinvolgerà direttamente Ue e leader africani. Anche l’alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, da Tallin ha esortato a una maggior collaborazione con i Paesi non comunitari, soprattutto per affrontare le cause della crisi.

Per gestire al meglio gli arrivi, Merkel ha puntato il dito su Italia e Grecia: ha chiesto che “ci siano centri di registrazione negli Stati di arrivo dei migranti e dei profughi, in Grecia e Italia”, “entro quest’anno, nessun ritardo è accettabile”. Hollande, in merito, ha chiesto una “accelerazione”. Merkel ha poi anche sottolineato che Germania e Francia si aspettano che “tutti gli Stati membri applichino totalmente il diritto di asilo e lo rendano davvero effettivo”, mentre “la Commissione europea deve fare in modo che ciò avvenga”.

La cancelliera ha anche duramente condannato le nuove violenze commesse in Germania da estremisti di destra contro i rifugiati. Questa volta è accaduto ad Heidenau, vicino Dresda, dove più di 30 poliziotti sono rimasti feriti quando centinaia di persone hanno lanciato molotov e oggetti, inneggiando anche al nazismo. “Le violenze contro i rifugiati in Germania, a Heidenau, sono inaccettabili”, ha detto la cancelliera, definendo “una vergogna che anche famiglie partecipino e sostengano questo tipo di manifestazioni”.

Intanto, nel fine settimana si sono “surriscaldati” anche i Balcani, dove i migranti tentano rotte diverse da quelle verso le coste italiane, per realizzare il loro sogno europeo. Il confine tra Macedonia e Grecia è stato il fronte più caldo, con violenti scontri fra polizia e profughi diretti a nord. Oggi a Gevgelija la situazione era finalmente calma, ma le autorità si aspettano che questo non durerà visti i numeri delle persone che continuano a sbarcare sulle coste greche. Nel solo sabato alla cittadina di confine sono arrivati 8mila profughi dalla Grecia, pari a un terzo della popolazione locale.

Gli scontri erano scoppiati dopo il blocco della frontiera, mentre oggi, dopo che è stato allestito un centro per registrare i migranti, la polizia ha permesso a gruppi di attraversare il confine. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha commentato: “Scene come quelle cui abbiamo assistito in Macedonia, per la risoluzione delle controversie di trecento persone al confine, non sono degne della dignità e della storia del nostro continente”.

Intanto, la Croazia teme che la pressione alle sue frontiere salirà, quando l’Ungheria avrà terminato di erigere il muro ‘anti-migranti’ al confine con la Serbia, che spingerà i profughi a trovare rotte alternative per raggiungere il cuore dell’Europa. E la Serbia prevede che nelle prossime sei/otto settimane dovrà accogliere ogni giorno tra 2mila e 3mila rifugiati, peso che “non può permettere affrontare da sola”, secondo il commissario per i rifugiati, Vladimir Cucic. Questi ha sottolineato che da inizio anno hanno attraversato la Serbia 90mila persone (cifra che coincide con le stime dell’Unchr se si considera solo il dato ufficiale, quello ufficioso è di 180mila persone).

Gli arrivi sono aumentati soprattutto da giugno, mentre nella notte fra sabato e domenica sono stati oltre 7mila i rifugiati entrati dalla Macedonia. Per il portavoce dell’agenzia Onu in Serbia, Mirjana Milenkovic, la gran parte ha solo attraversato la Serbia per dirigersi più a nord, per passare in Ungheria verso la propria meta finale, solitamente Paesi come Germania e Svezia.

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