Ouagadougou (Burkina Faso), 17 set. (LaPresse/Reuters) – La guardia presidenziale del Burkina Faso ha annunciato di avere tolto al presidente ad interim Michel Kafando le proprie funzioni e di avere sciolto il governo, prendendo così il potere meno di un mese prima delle elezioni dell’11 ottobre che avrebbero dovuto ripristinare la democrazia nel Paese. Il Burkina Faso è precipitato nel caos ieri, quando la guardia presidenziale ha arrestato Kazando, il primo ministro Yacouba Isaac Zida e due ministri. Il corpo militare era uno dei pilastri del regime dell’ex presidente Blaise Compaore, rovesciato da una rivolta popolare lo scorso ottobre.

“Le forze patriottiche, insieme con il Consiglio nazionale per la democrazia, hanno deciso oggi di porre fine all’anormale regime di transizione”, ha detto un ufficiale militare alla tv di Stato Rtb. “La transizione si è progressivamente allontanata dagli obiettivi di rifondare la democrazia”, ha aggiunto, affermando che la revisione alla legge elettorale che ha impedito ai sostenitori di Compaore di presentarsi per le elezioni “ha creato divisioni e frustrazioni nel popolo”.

PROTESTE REPRESSE. Contro il colpo di Stato sono scoppiate proteste per le strade della capitale Ouagadougou: una persona è morta e diverse sono rimaste ferite. Lo riferiscono a Efe fonti sanitarie. Forti esplosioni e sporadici spari sono stati uditi oggi nel centro della città, dove soldati a bordo di veicoli militari hanno inseguito i membri dell’opposizione che provavano a radunarsi per manifestare. Già ieri sera centinaia di persone erano scese in strada nella capitale per protestare contro gli arresti.

PARLAMENTO DENUNCIA GOLPE. Il presidente del Parlamento provvisorio del Burkina Faso, Moumina Cheriff Sy, ha chiesto all’esercito di intervenire e fermare il “piccolo gruppo” di ufficiali della guardia presidenziale responsabili del colpo di Stato in corso, aggiungendo che assumerà la guida del Paese finché il presidente non sarà liberato. “Il processo di transizione è stato messo in moto dalla volontà del popolo, che ha deciso la sua durata e la sua missione. Non sarà un piccolo gruppo a cambiare le cose”, ha detto Cheriff Sy in un’intervista a Reuters.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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