Atene (Grecia), 21 set. (LaPresse) – Alexis Tsipras vince ancora e oggi ha giurato davanti al presidente. Dopo la vittoria del 25 gennaio scorso che lo portò al governo e quella del ‘no’ nel referendum del 5 luglio contro il piano proposto dai creditori internazionali, nelle elezioni anticipate di ieri i greci hanno scelto nuovamente Syriza con il 35,47% delle preferenze. Nuova democrazia si è fermata al 28%. Alta l’astensione, ha votato infatti solo il 56,5% degli aventi diritto rispetto al 62% delle elezioni di gennaio.
ALLEANZA CON ANEL. Syriza non avendo la maggioranza per formare da sola un governo riproporrà la stessa alleanza con i nazionalisti Greci indipendenti Anel, come ha confermato lo stesso Tsipras, facendo salire sul palco dei festeggiamenti il leader della piccola formazione (3,7%) Panos Kammenos, ex ministro della Difesa: “Voglio ringraziare Kammenos, che unisce le sue forze oggi con noi sotto la bandiera dell’onestà. Da domani continueremo insieme la lotta cominciata sette mesi fa”, ha detto il leader di Syriza, Alexis Tsipras. I due partiti arrivano infatti insieme a una maggioranza, con 155 seggi (145 per la sinistra). “Da domani mattina, con Alexis Tsipras primo ministro, formeremo un governo”, ha confermato a caldo Kammenos.
DURI A MORIRE. “Il popolo greco ci ha dato ordine di andare avanti, di combattere dentro e fuori dal Paese per portare avanti l’orgoglio del nostro popolo” e “il mandato è per quattro anni”, ha detto Tsipras nel discorso della vittoria pronunciato ieri sera nel centro di Atene. “Syriza ha mostrato che è troppo dura per morire“, ha aggiunto. E poi ha proseguito: “Ce l’abbiamo fatta, la bandiera greca sta non solo nelle piazze della Grecia ma in tutte le piazze d’Europa e oggi la Grecia e il popolo greco sono sinonimo di lotta e dignità, e questa lotta la continueremo insieme per i prossimi quattro anni”. Tsipras ha evidenziato tuttavia che non mancheranno le difficoltà: “Da domani comincia la lotta per cambiare l’Europa intera” e “da domani dobbiamo alzarci le maniche e lavorare duramente, aiutare i deboli per una Grecia dell’uguaglianza e per la prosperità nel nostro Paese, per riuscire ad avere una Grecia più onesta e più potente“.
DEBITO QUESTIONE PRIORITARIA. Il primo punto sull’agenda di Tsipras sono i negoziati sul debito greco, ritenuti la prima e più importante battaglia. Il leader della sinistra greca giurerà oggi, una volta ricevuto il mandato ufficiale di formare il governo dal presidente della Repubblica Prokopis Paulopoulos.
SPOGLIO QUASI CONCLUSO. Con il 99,1% dei voti conteggiati nelle elezioni in Grecia, il partito Syriza dell’ex premier ha ottenuto il 35,47% (145 seggi, non sufficienti per la maggioranza assoluta), mentre Nuova democrazia è il secondo partito con il 28,09% (75 seggi). Secondo i dati del ministero dell’Interno di Atene, è terzo il movimento di estrema destra Alba dorata con il 6,99% (18 seggi). Seguono, rappresentati in Parlamento: Pasok con il 6,28% (17 seggi), Kke con il 5,55% (15 seggi), To Potami con il 4,09% (11 seggi), Greci indipendenti con il 3,69% (10 seggi), Unione dei centristi con il 3,43% (9 seggi). Quella di ieri è stata la terza convocazione alle urne in Grecia quest’anno, con un’affluenza del 56,5% rispetto al 62% delle elezioni di gennaio.
MEIMARAKIS AMMETTE SCONFITTA. Il leader del partito conservatore greco Nuova democrazia, Vangelis Meimarakis, ha ammesso la sconfitta e si è congratulato Tsipras subito dopo la diffusione dei primi risultati ufficiali. “Abbiamo combattuto con serietà e dignità” ma “Syriza sembra essere il vincitore e mi congratulo” però “noi non ci sciogliamo, restiamo un pilastro della democrazia”, ha affermato.
FUORI UNITA’ POPOLARE. Resta fuori dal Parlamento resterebbe la formazione dei fuoriusciti di Syriza, Unità popolare, guidata dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, che si ferma al 2,86% dei voti non superando dunque la soglia di sbarramento del 3%. Ma a colpire è soprattutto l’astensionismo. Secondo i primi dati ufficiali, l’affluenza alle urne è stata del 53,5% circa.
TERZO VOTO IN UN ANNO. È la terza volta che i greci sono stati chiamati a votare quest’anno, dopo le elezioni di gennaio e il referendum di luglio. A portare a elezioni anticipate è stato l’annuncio delle dimissioni di Tsipras da premier lo scorso 20 agosto. I rumors sulle dimissioni si erano fatti sempre più insistenti dopo l’accordo raggiunto a Bruxelles nell’Eurosummit-maratona della notte fra il 12 e il 13 luglio scorsi per un piano di salvataggio della Grecia. A quel punto Syriza si era spaccato, con la sinistra del partito che sosteneva che quell’intesa tradisse il mandato conferito a Tsipras con la vittoria del ‘no’ nel referendum del 5 luglio. Nel rispetto dell’accordo, dopo pochi giorni il Parlamento greco aveva votato due pacchetti di misure, ma in entrambi i casi i dissidenti di Syriza si erano astenuti o avevano votato contro. Per l’approvazione dunque Tsipras aveva avuto bisogno dei voti dell’opposizione. Da qui la scelta delle dimissioni, in cerca di un mandato più forte.
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