Il Cairo (Egitto), 24 set. (LaPresse/EFE) – Tragedia a La Mecca nel giorno in cui i musulmani di tutto il mondo festeggiano la Id al-Adha, cioè la festa del sacrificio. Durante il pellegrinaggio annuale, il cosiddetto Hajj, una ressa si è sviluppata mentre i pellegrini si dirigevano verso la zona dove si doveva compiere la simbolica lapidazione del diavolo. L’ultimo bilancio, ancora non definitivo, è di 717 morti e 805 feriti. Si tratta della peggiore tragedia mai avvenuta durante l’Hajj dal 3 luglio 1990, quando 1.426 persone morirono all’interno di una galleria che collega Mina a La Mecca.
Le vittime sono “di diverse nazionalità”, ha riferito il corpo di Difesa civile saudita, senza però precisare le provenienze. Inquietudine dunque tra le famiglie riunite a celebrare la Id in tutti i Paesi arabi, da cui ogni anno partono migliaia di persone per compiere l’Hajj. Quest’anno al pellegrinaggio partecipano circa tre milioni di persone. La Id al-Adha è una delle principali festività musulmane, in cui si ricorda il sacrificio di un agnello da parte del profeta Abramo, compiuto come gesto di riconoscenza a Dio per averlo fermato all’ultimo momento prima di uccidere il figlio Ismaele. Secondo l’islam, infatti, Abramo voleva sacrificare Ismaele, avuto dalla schiava Hagar, e non Isacco come racconta la Bibbia. In questa occasione milioni di ovini sono stati sgozzati in tutto il mondo dopo le tradizionali preghiere di gruppo all’aperto, di solito davanti alle moschee. L’uccisione dell’animale, secondo la tradizione musulmana, deve avvenire con la testa rivolta verso La Mecca perché sia ‘halal’, cioè permesso dalla religione.
La Id al-Adha è stata celebrata anche dai pellegrini a La Mecca nel terzo giorno di Hajj. Questa giornata tuttavia viene dedicata anche alla lapidazione simbolica del diavolo, che consiste nel lanciare sassi contro tre colonne che simboleggiano le tentazioni di Satana. E la tragedia di oggi a La Mecca è avvenuta dopo che i fedeli avevano già compiuto la preghiera comunitaria che segna l’inizio della festa del sacrificio. I pellegrini erano tornati dalla zona di Muzdalifa, dove avevano trascorso la notte e avevano raccolto i sassi da lanciare contro le colonne di Satana, e dai loro accampamenti si stavano dirigendo verso a Jamarat, cioè il luogo in cui si compie il rito della simbolica lapidazione del diavolo. La calca si è formata all’incrocio fra le strade 204 e 223 di Mina, una decina di chilometri a est di La Mecca. Il corpo di Difesa civile saudita ha spiegato che sta indirizzando i pellegrini lungo percorsi alternativi e che nelle operazioni di salvataggio sono impegnate circa 4mila persone, con oltre 200 ambulanze.
Si tratta del secondo grande incidente con molte vittime questo mese a La Mecca. Il primo risale all’11 settembre, quando almeno 107 persone rimasero uccise e oltre 200 ferite per il crollo di una gru sulla Grande moschea della città, dove si concluderanno i riti dell’Hajj. Il pellegrinaggio a La Mecca è uno dei cinque pilastri dell’islam, insieme alla ‘shahada’ (cioè la professione di fede), l’elemosina, la preghiera e il digiuno nel mese di Ramadan.
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