dal nostro inviato Fabio De Ponte
New York (New York, Usa), 24 set. (LaPresse) – Il cambiamento climatico. Potrebbe essere questo il tema centrale dell’atteso discorso che Papa Francesco pronuncerà domani alle Nazioni unite. Il pontefice è atteso al Palazzo di vetro alle 10 ora locale (le 16 in Italia). La questione, al centro della sua enciclica ‘Laudato si’, non è entrata finora nei suoi discorsi di questo viaggio, prima a Cuba e poi negli Usa, se non di sfuggita, perciò potrebbe essere proprio questa l’occasione giusta per darle spazio. Anche perché a fine aprile Bergoglio ricevette in Vaticano la visita del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e al centro dell’incontro ci fu proprio il tema dei cambiamenti climatici, e la necessità di portarlo alle Nazioni unite.
D’altra parte nel corso di questo suo viaggio il Pontefice ha mostrato di aver accuratamente scelto i temi in relazione all’interlocutore. E di fronte alla sessione plenaria dell’assemblea dell’Onu, chiamata ad approvare l’Agenda 2030, centrata proprio sulla lotta alla povertà, sulla crescita sostenibile e sulla difesa dell’ambiente, Bergoglio potrà toccare agevolmente le questioni che gli stanno più a cuore e che ha messo al centro del suo pontificato.
In effetti il suo messaggio sembra largamente sovrapponibile agli obiettivi definiti nel nuovo documento programmatico dell’Onu, l’agenda 2030, a partire dal primo obiettivo, “mettere fine alla povertà ovunque”. Ma il Papa ha dimostrato anche di non voler lasciare sottintesi nei suoi discorsi. Legittimo aspettarsi, perciò, anche un richiamo alla efficacia di una organizzazione troppo spesso lenta e bloccata dai veti reciproci.
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