dal nostro inviato Fabio De Ponte New York (New York, Usa), 24 set. (LaPresse) – Anche la questione dell’immigrazione è entrata di prepotenza nell’agenda dell’assemblea generale dell’Onu. A chiedere e ottenere che entrasse nel (lunghissimo) ordine del giorno dei lavori è stata la Turchia. La questione è entrata col titolo “consapevolezza globale delle tragedie dei migranti irregolari nel Mediterraneo con specifica enfasi sui richiedenti asilo siriani”.

TURCHIA: “NON ASPETTATEVI CHE FACCIAMO DA SOLI”. “I richiedenti asilo siriani – si legge nel documento stilato da Ankara – meritano particolare attenzione. Dopo più di quattro anni di conflitto e sofferenze – prosegue il testo – la crisi siriana è la maggiore tragedia umanitaria del mondo. Praticamente la metà della popolazione, quasi 12 milioni di uomini, donne e bambini, è sfollata. Secondo le stime Onu, più di quattro milioni di persone hanno lasciato il Paese”. “Non è possibile né giusto aspettarsi che i Paesi confinanti o gli altri Paesi della regione”, sottolinea ancora la Turchia, “affrontino le pressioni migratorie e i rischi e le minacce da soli”.

QUESTIONE FINITA IN CODA AI LAVORI. Essendo stata infilata all’ultimo momento (tra il riconoscimento dello status di osservatore della Associazione dei Paesi litoranei dell’oceano Indiano e quello della Conferenza internazionale dei partiti politici asiatici), la questione è finita in coda nell’ordine del giorno, al punto 173.

Sorprendentemente, né la questione dei migranti in generale – che non riguarda solo il Mediterraneo – né quella della guerra siriana erano state previste. L’unica volta che la parola “Siria” compare in tutto il documento di 48 pagine sull’ordine dei lavori, infatti, è in relazione al “finanziamento di una missione di supervisione” destinata a raccogliere dati sulla situazione. “Migranti”, invece, non compare affatto, se non nel punto voluto dalla Turchia.

AL CENTRO DEL DIBATTITO GENERALE. Ma la questione non potrà comunque che avere un ruolo di primo piano anche nella parte più importante dei lavori, quella del dibattito generale, che si aprirà lunedì 28 settembre per concludersi il 6 ottobre, vista l’attenzione crescente che al tema ha dedicato l’Ue recentemente, costretta da una emergenza che ha messo in crisi alcuni dei suoi pilastri fondamentali, come il trattato di Schengen.

IL RUOLO CRESCENTE DELLA TURCHIA. Proprio all’ultimo vertice straordinario Ue di mercoledì, Bruxelles ha messo a punto la sua strategia: agire nei Paesi più vicini alle origini dei flussi, cioè Libano, Giordania e Turchia per tentare arginare le ondate migratorie. Questi Paesi potranno beneficiare del fondo fiduciario regionale dell’Ue in risposta alla crisi siriana, il cosiddetto fondo Madad. Il testo approvato dal Consiglio europeo prevede in particolare proprio di “intensificare il dialogo con la Turchia, a tutti i livelli”. E il 5 ottobre prossimo il presidente turco Recep Erdogan è atteso a Bruxelles.

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