Madrid (Spagna), 27 set. (LaPresse/Reuters) – Circa 5,5 milioni di catalani stanno votando per eleggere il Parlamento della regione autonoma spagnola, in un voto che è stato qualificato dai movimenti indipendentisti come un passaggio cruciale verso la scissione.

PERCHE’ I CATALANI VOGLIONO L’INDIPENDENZA. I favorevoli all’indipendenza sostengono che la Catalogna, che ha proprie cultura e lingua, sia una nazione, diversamente da quanto indicato dalla Costituzione. Perciò ritengono debba essere uno Stato autonomo. Affermano inoltre che la regione, tra le comunità autonome più ricche della Spagna, trasferisca troppo denaro in tasse alle zone più povere e che di conseguenza avrebbe un’economia più forte se fosse indipendente.

ELEZIONE O REFERENDUM? I catalani eleggeranno i 135 membri del Parlamento regionale, per i prossimi quattro anni. Tuttavia, in un tentativo di trasformare le elezioni in referendum, i maggiori partiti secessionisti hanno concordato di allearsi in una piattaforma congiunta, Junts pel Si (Insieme per il sì), il cui unico programma è il distacco dalla Spagna.

PREVISIONI. Secondo i sondaggi d’opinione, i separatisti mancheranno di poco il 50% dei voti ma potrebbero ottenere la maggioranza nel Parlamento regionale. Un sondaggio del più affidabile istituto di ricerca spagnolo, lo statale Centro di indagini sociologiche (Cis), ha mostrato che i partiti separatisti, inclusi Junts pel Si e il più radicale Cup di estrema sinistra, insieme arriveranno al 44% pari a 68-69 seggi, la più ristretta maggioranza possibile.

IL GIORNO DOPO IL VOTO. Anche se i partiti separatisti vinceranno le elezioni, ci vorranno diversi giorni o forse settimane prima che possano portare avanti i loro piani. Lo Stato interverrà con l’obiettivo di fermarli.

I PASSI VERSO L’INDIPENDENZA. Gli indipendentisti di Junts pel Si intendono procedere in quattro passi. Il primo sarebbe una dichiarazione solenne del Parlamento regionale sul fatto che il processo di indipendenza è iniziato. Il secondo, chiedere ai catalani di prendere parte a un processo costituente alimentato da dibattito pubblico, verso l’approvazione di una nuova Costituzione tramite referendum. Il terzo prevede un governo di unità nazionale che dia forma alle strutture di un nuovo Stato, come Tesoro, Banca centrale, esercito. Il quarto e ultimo, che dovrebbe essere raggiunto entro 18 mesi dall’avvio del processo, sarebbe la dichiarazione di indipendenza.

COME IL GOVERNO PUO’ FERMARE IL PROCESSO. Le prime due fasi del processo sono politiche e sarebbero condotte senza i limiti delle leggi catalane e spagnole. Un referendum per approvare una nuova Costituzione sarebbe bloccato in tribunale, perché va contro la Costituzione spagnola, così come le strutture di un nuovo Stato e una dichiarazione di indipendenza. Il governo spagnolo ha intavolato una riforma urgente della Corte costituzionale, per attribuirle sufficiente potere con cui fermare ogni passo unilaterale da parte delle autorità catalane. Il tribunale ha già bloccato, questo mese, una legge catalana che avrebbe aperto la via alla creazione di un ministero del Tesoro catalano.

PRONOSTICI. Tutti gli analisti politici e molti politici credono che lo stallo possa essere risolto con un nuovo dialogo tra le autorità catalane e spagnole, che porterebbe a migliori accordi sulle tasse e maggior spesa per le infrastrutture della regione. Molti ritengono anche necessaria, da approvare con un referendum nazionale, una ampia riforma costituzionale che includa specifici articoli per la tutela di cultura e lingua catalane.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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