di Donatella Di Nitto

Città del Vaticano (Vaticano), 28 set. (LaPresse) – Papa Bergoglio nel suo ultimo giorno negli Stati Uniti lancia un messaggio duro, usando per la prima volta insieme le parole “vittime di abusi di preti pedofili”. Nella Cappella del Saint Charles Borromeo Seminary di Philadelphia, durante l’incontro con i vescovi, Francesco annuncia di aver incontrato 5 persone adulte – 3 donne, 2 uomini – vittime di abuso sessuale da parte di membri del clero. “Vergogna per i gravi danni causati. Mi dispiace profondamente. Dio stesso piange” ha tuonato il Pontefice davanti a una folta platea di porporati e poi ha assicurato “l’impegno alla vigilanza della Chiesa per proteggere i minori” e “tutti i responsabili dovranno renderne conto”.

Il Pontefice, che ieri sera ha celebrato l’ultima messa negli Usa per volare poi in Italia, già nel suo primo giorno negli States aveva incitato la Chiesa americana ad operare perchè i “crimini” della pedofilia non si ripetano “mai più”. La platea era sempre quella dei vescovi, anche se questa volta il monito era stato lanciato nella Cattedrale di San Matteo Apostolo a Washington. Si apre e si chiude cosi’ la visita del Papa negli Stati Uniti, con un chiaro messaggio di condanna: “Continua a farmi vergognare che persone che tenevano in carico la cura di questi piccoli li hanno violati causando gravi danni – ha spiegato – I crimini e i peccati degli abusi sessuali contro i minori non possono essere mantenuti in segreto per lungo tempo”. E poi ancora esprime l’emozione che questi adulti hanno trasferito al suo cuore: “Dagli abusati sessualmente ho ascoltato un lamento profondo. Questi crimini non possono essere mantenuti in segreto per tanto tempo”.

L’OMAGGIO ALLA FAMIGLIA COME CAPOLAVORO DELLA CREAZIONE Ieri è anche stata l’ultima giornata dedicata alla Famiglia e non è un caso che Francesco abbia in questa occasione voluto condividere con il clero il suo incontro con le vittime di abusi da parte dei sacerdoti. La famiglia, ha infatti ribadito il Papa “per la Chiesa, non è prima di tutto un motivo di preoccupazione, ma la felice conferma della benedizione di Dio al capolavoro della creazione. Ogni giorno, in tutti gli angoli del pianeta, la Chiesa ha motivo di rallegrarsi con il Signore per il dono di quel popolo numeroso di famiglie che, anche nelle prove più dure, onorano le promesse e custodiscono la fede! “. Secondo Bergoglio infatti “il primo slancio pastorale che questo impegnativo passaggio d’epoca ci chiede è proprio un passo deciso nella linea di questo riconoscimento” per questo “la stima e la gratitudine devono prevalere sul lamento, nonostante tutti gli ostacoli che abbiamo di fronte”.

INCONTRO CON I DETENUTI ‘TRA VOI COME FRATELLO E NON COME PASTORE’. Francesco in elicottero ha raggiunto l’Istituto di Correzione Curran-Fromhold di Philadelphia, dove nella palestra del carcere ha voluto abbracciare i detenuti cosi’: “Sono venuto come pastore ma soprattutto come fratello a condividere la vostra situazione e a farla anche mia; sono venuto perché possiamo pregare insieme e presentare al nostro Dio quello che ci fa male, anche quello che ci incoraggia, e ricevere da Lui la forza della Risurrezione”. E poi la piaga delle condizioni carcerarie e l’oscurità del domani per i detenuti, un argomento che il Pontefice non può lasciare senza parole di incoraggiamento e condanna insieme: “E’ penoso riscontrare a volte il generarsi di sistemi penitenziari che non cercano di curare le piaghe, guarire le ferite, generare nuove opportunità.

E’ doloroso riscontrare come a volte si crede che solo alcuni hanno bisogno di essere lavati, purificati, non considerando che la loro stanchezza, il loro dolore, le loro ferite sono anche la stanchezza, il dolore e le ferite di una società”. Secondo Francesco infatti i si deve tendere “la mano che aiuti al reinserimento sociale. Un reinserimento di cui tutti facciamo parte, che tutti siamo chiamati a stimolare, accompagnare e realizzare. Un reinserimento – sottolinea – cercato e desiderato da tutti: reclusi, famiglie, funzionari, politiche sociali e educative. Un reinserimento che benefica ed eleva il livello morale di tutta la comunità”.

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