Gerusalemme, 14 ott. (LaPresse/Reuters) – Le forze di sicurezza di Israele hanno iniziato ad allestire posti di blocco per isolare i quartieri palestinesi di Gerusalemme Est e a dispiegare soldati nelle città del Paese, nel tentativo di arginare la peggiore ondata di violenza vista nella regione da mesi a questa parte. Gli organi di sicurezza israeliani hanno autorizzato le nuove misure nel corso della notte, durante una riunione sugli attacchi di ieri in cui tre israeliani sono rimasti uccisi in attacchi palestinesi con coltelli o armi da fuoco. Le recenti violenze sono state innescate parzialmente dalla rabbia dei palestinesi per quelle che definiscono le intromissioni di Israele nella Spianata delle moschee. La polizia paramilitare israeliana ha usato i suoi veicoli per bloccare un’uscita ai margini di Jabel Mukabar, quartiere di Gerusalemme Est da cui provenivano i tre palestinesi che ieri hanno compiuto attacchi mortali.

Gli agenti hanno eseguito perquisizioni degli automobilisti palestinesi ed esaminato i loro documenti d’identità, per poi permettere loro di ripartire. I palestinesi che vivono a Gerusalemme Est hanno gli stessi documenti degli israeliani, con cui possono viaggiare in tutto il Paese, cosa che non è concessa ai residenti della Cisgiordania. Secondo un funzionario del partito al-Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas, l’isolamento dei quartieri palestinesi è “una punizione collettiva che viola tutte le leggi internazionali“. Un portavoce del gruppo militante Hamas ha invece detto che “le decisioni del Gabinetto israeliano non fermeranno l’Intifada. Le persone che resistono non temono le nuove restrizioni sulla sicurezza”.

Oggi un uomo palestinese ha cercato di accoltellare un poliziotto israeliano alla Porta di Damasco, a Gerusalemme Est, ma è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dalle forze di Israele.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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