Gerusalemme, 16 ott. (LaPresse/EFE) – Un gruppo di palestinesi ha dato fuoco questa mattina alla Tomba di Giuseppe a Nablus, nella Cisgiordania settentrionale, mentre un ragazzo palestinese di 20 anni è stato ucciso e una decina sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con le truppe israeliane al confine tra Israele e la Striscia di Gaza.

A riferire la notizia dell’incendio l’esercito israeliano spiegando che un centinaio di palestinesi è riuscito a dare fuoco al monumento prima di essere respinte dalle stesse forze di sicurezza palestinesi accorse sul posto. Secondo il sito Haaretz, centinaia di giovani palestinesi si sono recati sul sito e hanno cominciato a lanciare molotov e materiali infiammabili. Questo è il primo episodio di violenza nel giorno in cui Hamas ha esortato al “venerdì della rabbia”, invitando la gente a manifestare e a creare disordini.

“L’esercito israeliano cercherà di apportare le riparazioni necessarie per permettere ai fedeli di visitare il luogo santo”, si legge nella dichiarazione dell’esercito. Secondo il portavoce dell’esercito Peter Lerner “l’incendio e la profanazione della Tomba di Giuseppe sono una flagrante violazione e una contraddizione del valore fondamentale della libertà di culto”. E ha aggiuto: “Le forze di difesa israeliane prenderanno tutte le misure per portare gli autori di questo atto spregevole di fronte alla giustizia, per riportare il sito alla sua condizione precedente e per garantire che la libertà religiosa venga ripristinata”. La cosiddetta Tomba del patriarca Giuseppe è luogo di culto per cristiani, ebrei e musulmani ed è sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata