Madrid (Spagna), 18 dic. (LaPresse) – L’esito delle elezioni generali di domenica 20 dicembre in Spagna è fra i più incerti della storia del Paese. Tutti i sondaggi concordano nel sostenere che a vincere sarà il Partito popolare dell’attuale premier Mariano Rajoy, ma che la formazione non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta. Ecco una breve panoramica dei principali partiti in corsa e dei possibili scenari politici post elettorali.
PARTITO POPOLARE – MARIANO RAJOY. Il Partito popolare (Pp) è la principale formazione conservatrice in Spagna. Fondato nel 1989, fa parte del Partito popolare europeo. Dal 1977, anno della restaurazione della democrazia dopo il franchismo, ha dato alla Spagna due primi ministri, cioè Jose Maria Aznar e l’attuale premier Mariano Rajoy. Tutti i sondaggi danno il Pp vincitore, aggiungendo tuttavia che avrà bisogno di formare una coalizione perché non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta. Rajoy è anche il candidato premier per questa tornata elettorale.
PARTITO SOCIALISTA – PEDRO SANCHEZ. Il Partido Socialista Obrero Español (Psoe), fondato nel 1879, fa parte del Partito socialista europeo. Dal 1977 ha dato alla Spagna due premier, cioè Felipe Gonzalez e Jose Luis Rodriguez Zapatero. I socialisti subirono una pesante sconfitta nelle ultime elezioni generali, quelle del 20 novembre 2011, per la gestione fatta della crisi economica. Allora registrarono il peggior risultato elettorale dal 1977 e il governo passò al Partito popolare, con Mariano Rajoy come premier. Il Psoe presenta come candidato primo ministro Pedro Sanchez.
CIUDADANOS – ALBERT RIVERA. Ciudadanos e Podemos hanno fatto recentemente irruzione sulla scena politica nazionale mettendo in crisi il sistema fino a questo momento bipartitico della Spagna. I due movimenti si presentano come alternativa alla vecchia politica, ma sono fra loro di orientamento differente. Ciudadanos, nato in Catalogna nel 2005 come piattaforma civica che si contrapponeva al nazionalismo nella regione, è venuto alla ribalta a livello nazionale con il sorprendente risultato ottenuto nelle elezioni municipali e regionali del 24 maggio 2015. È un partito di centro capace di attirare ex elettori di Pp e Psoe. Come candidato premier presenta Albert Rivera.
PODEMOS – PABLO IGLESIAS. Podemos è nato sull’onda dei movimenti di protesta degli indignados del 2011 e salì alla ribalta nelle elezioni europee del 25 maggio 2015, quando ottenne cinque seggi in Europarlamento a pochi mesi dalla sua costituzione come partito. Secondo gli analisti, ha l’appoggio di ex elettori del Psoe, di persone vicine ai movimenti cittadini che prima non partecipavano alla politica dei partiti e di alcuni elettori di Izquierda Unida cioè Sinistra unita (Iu), tradizionale formazione di sinistra in Spagna. Il candidato premier di Podemos è il suo leader Pablo Iglesias, 37 anni, che nel corso di quest’anno ha in più occasioni manifestato il suo appoggio al premier greco Alexis Tsipras.
I 2 SCENARI POST ELETTORALI: COALIZIONE PP-CIUDADANOS O ACCORDO ANTI PP. Se, come i sondaggi ritengono, il Partito popolare vincerà ma non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta, sono due gli scenari post elettorali che gli analisti prospettano.
– La prima ipotesi è che i conservatori formino una coalizione con il partito a loro più vicino ideologicamente, cioè Ciudadanos. Il suo leader però, Albert Rivera, nel corso della campagna elettorale ha insistito sul fatto che non appoggerà Rajoy. A questo punto il Partito popolare, che tuttavia finora ha escluso questa possibilità, per venire incontro a Ciudadanos potrebbe puntare sulla numero due del partito, la vice premier Soraya Saenz de Santamaria.
– La seconda ipotesi è invece che i tre altri partiti (cioè Psoe, Ciudadanos e Podemos) si accordino fra loro contro i popolari.
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