Madrid (Spagna), 20 dic. (LaPresse) – I seggi elettorali hanno aperto i battenti come previsto alle 9 in Spagna per le elezioni generali. Oltre 36,5 milioni di cittadini sono chiamati a rinnovare il Parlamento, scegliendo chi governerà il Paese per i prossimi quattro anni. I seggi apriranno resteranno aperti fino alle 20. Precisamente bisogna eleggere chi siederà in 350 seggi del Congresso dei deputati e in 208 del Senato nella prossima legislatura.
DISPIEGATI 92MILA AGENTI. Si tratta della prima giornata elettorale della storia della Spagna democratica che sarà celebrata con in vigore un livello di allerta 4, cioè ‘alto rischio’ di attentati, che è stato introdotto a seguito del massacro di Charlie Hebdo a Parigi del 7 gennaio scorso. Per questo saranno dispiegati per le strade del Paese quasi 92mila agenti, precisamente 91.702 riporta la stampa locale, cioè circa 1.700 unità in più rispetto alle altre tornate elettorali.
LE ELEZIONI DEL 2011 IN CUI VINSE RAJOY. I cittadini con diritto di voto sono per l’esattezza 36.510.952, cioè 731.461 in più rispetto alle ultime elezioni generali di novembre 2011. Allora trionfò il Partito popolare, che con 10.866.566 di voti (pari al 44,64%) si aggiudicò la maggioranza assoluta con 186 dei 350 seggi nel Congresso dei deputati. A seguire si piazzò il Partito socialista, che ottenne 110 seggi con 7.003.511 di voti (pari al 28,76%) in quella che si configurò come la sua peggiore performance elettorale dal ritorno della democrazia dopo Franco.
CON PODEMOS E CIUDADANOS BIPARTITISMO FINITO. Nelle elezioni di oggi, invece, nessuno dei due partiti si può aspettare di ottenere tanti voti quanti allora: in questi quattro anni il panorama politico è stato stravolto dall’ingresso sulla scena di altri due partiti, Podemos e Ciudadanos, che hanno spazzato via il bipartitismo che aveva regnato nella politica spagnola per 40 anni.
ESITO IMPREVEDIBILE: TANTI INDECISI, SERVIRA’ COALIZIONE. Si tratta delle elezioni con l’esito più imprevedibile da decenni, ma l’ipotesi che sembra profilarsi è quella di una coalizione di governo. Un terzo degli elettori negli ultimi sondaggi era ancora indeciso. Le ultime rilevazioni danno il Partito popolare fra il 26 e il 28%, il che obbligherebbe il premier Mariano Rajoy a cercare una coalizione, ma socialisti e Ciudadanos hanno escluso la possibilità di un accordo con Rajoy. Secondo i sondaggi i conservatori di Rajoy risulteranno il primo partito, i socialisti di Pedro Sanchez si potrebbero piazzare al secondo posto, mentre il partito anti-austerità Podemos di Pablo Iglesias e quello liberale Ciudadanos di Albert Rivera si contenderebbero il terzo posto, che sarà il vero nodo cruciale per la formazione di un governo.