New York (New York, Usa), 23 dic. (LaPresse/EFE) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha approvato all’unanimità una risoluzione che appoggia l’accordo sulla Libia per la formazione di un governo di unità nazionale, che era stato siglato il 17 dicembre a Skhirat in Marocco, e chiede alla comunità internazionale di dare il suo appoggio a stabilizzare il Paese e sconfiggere i gruppi terroristi.

L’accordo firmato in Marocco, negoziato con la mediazione delle Nazioni unite, mira a porre fine alla frattura che ha vissuto la Libia, che nell’ultimo anno ha avuto due governi: uno riconosciuto internazionalmente e con sede a Tobruk e l’altro con sede a Tripoli. Il Consiglio di sicurezza ha invitato entrambe le parti a lavorare insieme per formare l’esecutivo di unità nell’arco di 30 giorni, come previsto dall’intesa, e a “ultimare i dispositivi di sicurezza provvisori necessari a stabilizzare la Libia”. Per questo l’organo Onu chiede a tutti gli Stati membri di “rispondere con urgenza alle richieste di assistenza” che possano arrivare dal Paese nordafricano e chiede alla comunità internazionale assistenza immediata, se lo chiede la Libia, per “sconfiggere” i jihadisti dello Stato islamico (ex Isil o Isis) e di altri gruppi che sono riusciti ad avanzare approfittando del caso degli ultimi mesi.

La risoluzione non fa riferimento a una possibile eliminazione dell’embargo sulle armi che pesa sulla Libia, misura che hanno chiesto insistentemente le autorità del Paese per combattere i terroristi. Il testo ricorda che quest’embargo è in vigore ed esprime la sua “profonda preoccupazione” per le armi e le munizioni in giro sul terreno. La Libia è attraversata da caos e guerra civile da quando nel 2011 la comunità internazionale ha appoggiato militarmente i ribelli contro la dittatura di Muammar Gheddafi. Il diplomatico spagnolo Bernardino Leon si è occupato per mesi della mediazione dell’Onu, in quanto inviato speciale delle Nazioni unite per la Libia, ma è stato il suo successore in questo ruolo, Martin Kobler, a limare le ultime differenze e convincere le parti a firmare l’accordo, siglato appunto in Marocco il 17 dicembre.

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