Atene (Grecia), 5 gen. (LaPresse/Reuters) – Il governo greco ha presentato il piano di riforma delle pensioni, prerequisito per la prima revisione che Atene deve superare per gli 86 miliardi di euro del salvataggio concordati a luglio dello scorso anno. La riforma delle pensioni è un banco di prova per il premier Alexis Tsipras, che non sta ricevendo il sostegno delle opposizioni e si regge su una maggioranza di appena tre seggi in Parlamento.

La proposta del governo fissa un massimale mensile per l’assegno pensionistico di 2.300 euro e un limite di 3.000 euro per chi somma più di una pensione. Il piano prevede la fusione di tutti e sei i principali fondi pensione in uno unico e prevede tagli agli assegni futuri principali, che potrebbero arrivare fino al 30%. Si fissa inoltre un limite al ribasso a 384 euro al mese. La riforma prevede contributi previdenziali più elevati per datori di lavoro e lavoratori, di un punto percentuale per quelli pagati dai datori di lavoro e di 0,5 punti percentuali per i dipendenti.

“Il governo sta cercando di evitare il collasso del sistema della sicurezza sociale”, ha spiegato la portavoce del governo Olga Gerovassili. “I partiti di opposizione devono dare sostegno a questo obiettivo nazionale”, ha aggiunto, incolpando gli esecutivi precedenti per tagli i drastici delle prestazioni pensionistiche durante la crisi del debito. “La pensione media mensile era 1.480 euro nel 2010, ma era caduta a 863 euro quando Nuova Democrazia e Pasok ci hanno consegnato il governo”.

La riforma dovrebbe consentire un risparmio dell’1% del Pil, o 1,8 miliardi di euro, il prossimo anno, è la più sensibile di una serie di riforme richieste dalla zona euro e del Fondo monetario internazionale in cambio di aiuti. “Non siamo d’accordo con l’innalzamento dei contributi previdenziali”, ha affermato l’ex ministro del Lavoro conservatore, Yannis Vroutsis, a Skai Tv. “Ciò ridurrebbe la crescita e aumenterebbe la disoccupazione”, ha spiegato. Secondo una fonte interpellata da Reuters, il governo mira a portare la riforma in Parlamento entro metà gennaio, in modo che sia legge già all’inizio di febbraio.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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