La Commissione sottolinea che i 3 miliardi per i turchi sono fuori dal deficit e che la decisione è nota da dicembre

Italia-Ue: un dossier viene archiviato ma altri rimangono aperti e continuano a far discutere il premier Matteo Renzi e la Commissione europea. Uno dei nodi del confronto tra Roma e Bruxelles è stato risolto oggi, dopo le parole del portavoce della Commissione europea. "I contributi nazionali" al fondo di 3 miliardi di euro per aiutare la Turchia a gestire l'emergenza dei rifugiati siriani "non saranno considerati per il calcolo del deficit dei Paesi membri secondo il Patto di stabilità e crescita". Lo ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce della Commissione, il greco Margaritis Schinas, precisando che questa posizione della Commissione "è nota dallo scorso dicembre", citando testualmente una "nota a piè di pagina" del testo degli accordi fatti circolare dopo l'accordo raggiunto a dicembre.

RIMANGONO I NODI DELLA FLESSIBILITA'. Se sul patto sulla Turchia non sembra quindi porre problemi, restano molte incertezze sui nodi tra Roma e Bruxelles. La prima riguarda la cosiddetta clausola migranti: si tratta di un margine di flessibilità lasciato ai singoli Stati, che possono spendere fino allo 0,2% del Pil per far fronte all'emergenza migranti senza che tale cifra venga conteggiata all'interno del deficit (che in base ai trattati europei non può superare il 3% e si deve attestare su una soglia concordata con l'esecutivo di Bruxelles). Ci sono due nodi da sciogliere sulla clausola migranti: capire se la Commissione accetterà le voci di spesa che l'Italia vuole inserire nel 'pacchetto migranti' e capire di quanto crescerà l'economia italiana (maggiore sarà il Pil, maggiore sarà la percentuale dello 0,2%). Una risposta su quest'ultimo punto potrebbe arrivare giovedì, quando saranno pubblicate le stime di crescita. L'Italia prevede una crescita dell'1,5% per il 2016.

BRUXELLES VALUTERA' CASO PER CASO. La Commissione europea ha fatto sapere che Bruxelles valuterà "caso per caso" se concedere la flessibilità sui conti pubblici. Lo ha chiarito la portavoce per gli affari economici della Commissione, Annika Breidthardt, rispondendo a chi le chiedeva se l'esecutivo europeo intenderà rispondere questa settimana alla richiesta di flessibilità come auspicato dal premier Matteo Renzi. La portavoce ha detto che la decisione sarà presa entro la primavera "ex post, sulla base di spese aggiuntive fatte" rispetto all'anno precedente. La flessibilità, poi, dovrebbe consentire di non conteggiare nel deficit una serie di spese per gli investimenti: per questo si parla di clausola per gli investimenti, parallela a quella per i migranti. Diplomatici a Bruxelles hanno spiegato a Reuters che l'incontro della settimana scorsa tra il premier Matteo Renzi e la cancelliera Angela Merkel avrebbe potuto "sbloccare la situazione" ma, secondo uno di questi, il premier ha ricevuto "un secco no" da Berlino. Durante la conferenza stampa, Merkel ha in effetti sottolineato di non volersi mischiare con decisioni che spettano alla Commissione europea.

RENZI: SEMBRA KAFKA, BASTA BUROCRATI. I giornalisti italiani, oggi al seguito del premier Matteo Renzi in visita in Africa, hanno chiesto al premier una reazione sui dossier ancora aperti, ed in particolare sulle poco rassicuranti parole di Bruxelles ("Valuteremo caso per caso"). "Noi alle polemiche dei burocrati di Bruxelles non ci prestiamo più – ha detto il premier da Accra, in Ghana, ai microfoni di Rai News 24 -. Facciano quel che credono, noi andiamo avanti, sapendo che dobbiamo salvare donne e uomini in mare, non rispondere ai burocrati". Il premier è poi tornato su un altro risvolto dell'emergenza migranti. "Addirittura l'Europa è riuscita ad aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia perché, quando salviamo le persone, non prendiamo le impronte digitali, cosa che è falsa", ha spiegato Renzi.

DOMANI NUOVO DIBATTITO ALL'EUROPARLAMENTO. I deputati dell'Europarlamento di Strasburgo discuteranno domani pomeriggio, con il primo vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, la crisi dei rifugiati e i controlli alle frontiere, sia esterne sia interne, dell'area Schengen. Gli eurodeputati parleranno anche dei tre miliardi di euro di finanziamenti provenienti dai bilanci Ue e da quelli nazionali per lo strumento di sostegno ai rifugiati siriani in Turchia. E' previsto anche un intervento del commissario europeo per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, che illustrerà in mattinata le ultime proposte della Commissione sulle imposte alle società. Inutile dire che potrebbe parlare anche di conti e flessibilità, suscitando nuove polemiche.

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