Scriveva per il Manifesto sotto pseudonimo perché "aveva paura". Renzi chiama al-Sisi: "Corpo torni in Italia"

Giulio Regeni, studente italiano in Egitto, è stato trovato morto al Cairo. La scomparsa del 28enne friulano si è così risolta in tragedia, e ora la procura di Roma ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio, a carico di ignoti. L'incarico è stato affidato al pm Sergio Colaiocco. 

Sul corpo del giovane, trovato lateralmente a una strada della capitale egiziana, c'erano segni di tortura, come riferiscono fonti ufficiali della sicurezza. Il corpo è stato portato in un obitorio del Cairo, riferiscono ancora le fonti e un dipendente dell'obitorio stesso. Si allarga il giallo sui motivi (omicidio o incidente) della morte del ragazzo, soprattutto nell'attuale contesto drammatico in Egitto, dove da mesi stanno scomparendo nel nulla centinaia di persone. 

"Quello che stiamo facendo è esortare il governo egiziano a consentire alle autorità italiane un'indagine congiunta sulla morte del nostro connazionale Giulio Regeni. Chiediamo collaborazione perchè vogliamo che emerga la verità su quello che è successo", ha dichiarato Gentiloni, a Londra a margine della conferenza dei donatori sulla Siria.

COLLABORAVA CON IL MANIFESTO E AVEVA PAURA. Regeni aveva scritto più volte per il quotidiano il Manifesto, sotto pseudonimo: aveva preferito non firmare gli articoli perché "aveva paura per la sua incolumità". Lo ha detto ai microfoni i Radio Popolare Giuseppe Acconcia, collaboratore del Manifesto, che lo conosceva. "Giulio si occupava soprattutto di movimenti operai e di sindacalismo indipendente", racconta Acconcia, dunque aveva contatti con l'opposizione egiziana. Alla redazione del manifesto confermano che Regeni aveva collaborato con il quotidiano e che anche in alcune email aveva espresso i suoi timori.

Secondo Acconcia, la testimonianza di una giornalista egiziana che avrebbe visto uno straniero arrestato alla fermata della metropolitana di Giza, al Cairo, è molto importante. Quello è un luogo dove nel 2013 – proprio nell'anniversario della rivoluzione – c'erano state manifestazioni degli islamisti contro il regime egiziano. "Può essere che Giulio fosse andato lì proprio per vedere se ci fossero ancora manifestazioni", dice Acconcia. Domani il manifesto pubblicherà un articolo sui movimenti operai egiziani che Giulio aveva inviato qualche giorno fa, e che il quotidiano non aveva avuto ancora il tempo di mettere in pagina.

RENZI CHIAMA AL-SISI. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sentito nel pomeriggio il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi al quale ha rappresentato l'esigenza che il corpo di Giulio Regeni sia presto restituito alla sua famiglia e all'Italia e che sia dato pieno accesso ai nostri rappresentanti per seguire da vicino, nel quadro dei rapporti di amicizia che legano Italia ed Egitto, tutti gli sviluppi delle indagini per trovare i responsabili di questo orribile crimine ed assicurarli alla giustizia. Nel corso della telefonata, il Presidente al-Sisi ha, inoltre, espresso le sue sentite condoglianze al premier italiano. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

AVVIATA INDAGINE IN EGITTO. Le fonti della sicurezza aggiungono che, sul fatto dei segni di tortura è stata avviata un'indagine. La scomparsa di Giulio Regeni, 28 anni, risale al 25 gennaio scorso, giorno del quinto anniversario della rivoluzione egiziana. Prima dell'anniversario la polizia ha arrestato diversi attivisti ed era stato chiesto di non manifestare. Quel giorno infatti non hanno avuto luogo proteste significative. L'anno scorso militanti dello Stato islamico rapirono un uomo croato alla periferia del Cairo e successivamente lo decapitarono.

COLTELLATE ALLE SPALLE. Esaminando il corpo dello studente italiano i procuratori al Cairo hanno trovato segni di accoltellamento sulle spalle e tagli su un orecchio e sul naso. È quanto riferisce una fonte dell'ufficio della procura generale egiziana, aggiungendo che Regeni è stato trovato semi-nudo all'inizio della strada che collega Il Cairo ad Alessandria.

BRUCIATURE DI SIGARETTE E MORTE LENTA. Sono state trovate bruciature di sigaretta sul corpo di Regeni. Lo ha riferito a Reuters un procuratore della provincia di Giza, Ahmed Nagy. Giulio Regeni ha avuto una "morte lenta" e "su tutto il corpo, compresa la faccia" sono stati trovati segni di tortura, diverse coltellate e bruciature di sigaretta. Lo ha detto il procuratore egiziano Ahmed Nagi, aggiungendo che le cause della morte sono ancora oggetto di indagine. Il vice capo delle indagini criminali a Giza, Alaa Azmi, ha riferito invece che le indagini iniziali mostrano che si è trattato di un incidente stradale, aggiungendo che le prime analisi del medico legale non menzionavano bruciature. Regeni, 28 anni, è scomparso al Cairo la sera del 25 gennaio, giorno del quinto anniversario della rivoluzione egiziana. Il suo corpo è stato trovato ieri lateralmente a una strada nella zona di Giza.

 

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