Analogie e differenze tra le varie formazioni terroristiche attive

Si autofinanzia con il contrabbando di cocaina e con i rapimenti. È coinvolto nel traffico di migranti ed è più vicino allo Stato islamico di quanto si pensi. È il gruppo jihadista al-Qaeda nel Maghreb islamico, nato negli anni Novanta sotto il nome di Gruppo salafita per la predicazione e la lotta e attivo soprattutto in Algeria. Dal 2003, sulla scia dell'11 settembre, si vanta di operare sotto l'egida di al-Qaeda con l'appoggio dell'allora leader, Osama Bin Laden. Negli ultimi mesi il gruppo ha rivendicato attentati, rapimenti e attività criminali tra il Mali, il Sahel e l'Algeria. L'ultimo, ieri, in Costa d'Avorio, dove un assalto di militanti al resort turistico di Grand Bassam ha causato la morte di 16 persone, di cui 14 civili e due soldati. Tra le vittime vi sono anche cinque europei, di cui sicuramente quattro cittadini francesi e una tedesca. "Diversamente da quanto sembra, questa organizzazione è tutt'altra entità dall'al-Qaeda storica, quella degli attacchi a New York. Si vanta solo di un marchio, di un nome che nel 2003 era sinonimo di terrorismo ma che oggi è stato sorpassato dallo Stato islamico". Ne è convinta Loretta Napoleoni, massima esperta di terrorismo internazionale e autrice di 'Isis. Lo Stato del terrore", che a LaPresse spiega le analogie e differenze tra le varie formazioni terroristiche attive.

LA PRIMA AL-QAEDA NON ESITE PIU'. Le diverse organizzazioni terroristiche che si fregiano del nome di al-Qaeda sono tutt'altra cosa. "Assolutamente sì. Non hanno le caratteristiche ideologiche che muovevano gli uomini di Osama Bin Laden, sono formazioni più tribali. Penso ad al-Qaeda nel Maghreb islamico ma anche ad al-Qaeda nella penisola arabica in Yemen. Sono organizzazioni nate non perchè al-Qaeda le abbia finanziate. Al-Qaeda ha smesso di esistere come finanziatore del jihadismo con l'attacco in Afghanistan, alla fine del 2001". Che fine ha fatto dunque al-Qaeda? "L'al-Qaeda dell'11 settembre non esiste più. Non perchè il leader storico sia stato ucciso ma perchè ormai è un modello passato. Il jihadismo ha subito un'evoluzione, e il grande salto è stato l'avvento dell'Isis".

LE DIFFERENZE CON L'ISIS. "Lo Stato islamico ha presentato un nuovo modello. Non più diretto alla distruzione di un nemico lontano, l'Occidente, in particolare gli Stati uniti, ma puntando a un terrorismo localizzato che colpisce i cosiddetti 'soft target', gli obiettivi più vulnerabili come una spiaggia di turisti o un albergo. In queste località, se i terroristi arrivano dal mare sulla spiaggia è impossibile riuscire a garantire la sicurezza e l'impatto, soprattutto mediatico, è enorme. Non c'è più bisogno di un attacco spettacolare con migliaia di morti come nel caso dell'11 settembre. Anche uccidere decine di turisti in spiaggia come nel caso di Sousse, in Tunisia, scuote le coscienze. Ed è una strategia adottata da al-Qaeda nel Maghreb ad esempio".

FONTI DI FINANZIAMENTO. "Al-Qaeda nel Maghreb islamico si autofinanzia con le attività criminali come il contrabbando di cocaina e i rapimenti. Penso al Mali o all'Algeria. Ed è decisamente coinvolta nel traffico di migranti. È un'organizzazione tribale, che non ha un progetto nazionalista come quello del califfato. L'Isis è diverso, è un gruppo nazionalista che nasce dagli ex quadri militari dell'intelligence di Saddam Hussein. Le modalità sono simili, ma è il fine ad essere diverso". In che senso? "Gli attacchi come quello di ieri in Costa d'Avorio servono a destabilizzare le economie nazionali di questi Paesi, per poi approfittare del processo di destabilizzazione. I militanti attaccano alberghi con stranieri in Costa d'Avorio che è un Paese che sta cercando di diventare una nazione nuova, più moderna. C'è una borghesia nascente nel Paese, anche molto ricca. Il processo di destabilizzazione in questi Stati serve ad impedire che vi sia il salto di qualità".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata