Il secondo turno per il ballottaggio sarà il 22 maggio

Trionfo dell'ultradestra al primo turno delle presidenziali in Austria, in un risultato che sembra dare ulteriore forza e concretezza alle minacce di Vienna di chiudere il Brennero per fermare i migranti. Il candidato Norbert Hofer del Partito della libertà (Fpö), che nei sondaggi è la prima forza politica del Paese con il 32% dei consensi, secondo le proiezioni al ballottaggio del 22 maggio sfiderà l'ecologista Alexander Van der Bellen. Per la prima volta nella storia dell'Austria, i candidati della 'grande coalizione' di governo, cioè il Partito socialdemocratico (Spö) e il Partito popolare (Övp), sono stati esclusi dal secondo turno di voto.

Il risultato è arrivato mentre molta attenzione è concentrata sulle politiche austriache in materia di crisi dei rifugiati, dopo che Vienna ha alzato la tensione con l'Italia accusandola di non fare abbastanza per 'gestire' i profughi diretti a nord e di lasciarli passare alle frontiere. Vienna ha minacciato il ripristino dei controlli e di alzare una barriera al valico del Brennero, se il flusso dei migranti che non possono più usare la rotta balcanica si riverserà al suo confine. Hofer di recente ha definito "fatale" l'accordo sui migranti tra Unione europea e Turchia, dicendo di voler impedire che il suo Paese diventi una "terra di immigrazione". Intanto, oggi una nuova manifestazione al Passo ha chiesto che l'Austria non metta in atto i suoi piani e, come accaduto il 3 aprile, è sfociata in disordini e tensioni.

Secondo le proiezioni di Orf, che si riferiscono al 68,1% delle schede conteggiate e hanno un margine di errore di un punto percentuale, Hofer ha ottenuto il 35,3% e il candidato dei Verdi il 21,3%. Al terzo posto è arrivata la candidata indipendente Irmgard Griss, unica donna in lizza, con il 19%. Segue il cristiano-democratico Andreas Khol con l'11,1%, mentre quinto è il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer con il 10,9%. Ultimo l'imprenditore edile Richard Lugner con il 2,3%. Manca, tuttavia, il risultato del mezzo milione di voti inviati per posta, che saranno conteggiati domani.

In precedenza, i candidati dei due grandi e storici partiti politici erano soliti superare assieme l'80% dei voti nelle presidenziali. L'incarico di capo dello Stato, nel Paese alpino, è principalmente cerimoniale, senza poteri esecutivi e di rappresentanza esterna, ma ha comunque alcuni poteri importanti, come quelli di formare il governo, accettare o meno la lista dei ministri e sciogliere il Parlamento. La vittoria dell'ultradestra ha anch'essa un valore simbolico: l'esito di queste elezioni è considerato un termometro dell'appoggio popolare ai partiti al governo e al Fpö euroscettico, xenofobo e populista.

Nel primo commento dopo il voto Hofer, il candidato più giovane con i suoi 45 anni e considerato l'erede dello storico leader del partito Joerg Heider, si è definito "grato e pieno di umiltà" e ha detto di non essersi "aspettato un risultato di questa dimensione". Secondo i sondaggi pre-elettorali, il favorito era l'ecologista Van de Bellen. Ultimamente Hofer ha fatto discutere per aver appoggiato l'uso delle armi in questi "tempi di insicurezza" dovuti all'arrivo dei migranti, si è espresso contro il matrimonio gay e contro i diritti di adozione per le coppie dello stesso sesso. Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, ha salutato con "grande gioia" la vittoria del partito "storico alleato della Lega", mentre l'olandese Geert Wilders ha twittato "Fantastico!" e la leader del Front National francese Marine Le Pen ha parlato di "magnifico risultato".

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