Proprio oggi, intanto, Vienna ha reintrodotto i controlli alla frontiera con l'Ungheria
Il governo di Vienna si lecca le ferite, dopo che l'estrema destra ha trionfato nelle elezioni presidenziali di ieri rendendo più concreto lo scenario di un'Austria 'blindata' per tenere fuori i migranti. Norbert Hofer, del Partito della libertà Fpö, ha vinto con il 36% delle preferenze e nel ballottaggio del 22 maggio sfiderà il secondo arrivato, l'ecologista sostenuto dai Verdi Alexander van der Bellen, che ha avuto il 20%. Terza la candidata indipendente Irmgard Griss, unica donna e sostenuta dal 18,5% degli elettori. E' la prima volta dal 1945 che l'Austria non avrà un presidente sostenuto dai socialdemocratici (Spö) dell'attuale cancelliere Werner Faymann o dal partner di coalizione di centrodestra, il partito popolare (Övp).
Il timore, soprattutto italiano, è che il candidato del partito fondato da Joerg Heider sia eletto e si realizzi la temuta 'chiusura' del confine del Brennero, con tanto di barriera 'anti-migranti'. Una misura che rappresenta una nuova crepa nel sistema europeo di libera circolazione Schengen. Proprio oggi, intanto, Vienna ha reintrodotto i controlli alla frontiera con l'Ungheria, facendo controllare alla polizia i veicoli in entrata. Secondo l'analista politico viennese Thomas Hofer, intervistato dal Kronen Zeitung, al secondo turno lo scenario più probabile è la vittoria del leader xenofobo, anche se "una sorpresa con un buon risultato di Van der Bellen non può essere esclusa".
Per l'analista, "Hofer deve solo conquistare il 15% di punti percentuali, per raggiungere la maggioranza. Van der Bellen dovrebbe invece avere 30 punti percentuali in più per superare Hofer. Questo per lui sarà molto difficile". Il candidato del Fpö può prevedere che molti simpatizzanti dei popolari, che ieri hanno ottenuto circa l'11%, e più della metà di quelli di Griss il 22 maggio scelgano di votarlo. "Ipotizzando che chi l'ha sostenuto al primo turno lo faccia di nuovo, cosa che è probabile, in questo modo avrebbe più del 56%, e probabilmente può riuscire a mobilitare anche altri elettori", afferma l'analista.
Tutto più complicato per lo sfidante, l'intellettuale, economista ed ex leader dei Verdi: "Griss avrebbe avuto più possibilità", mentre "per Van der Bellen non c'è molto da raccogliere", afferma il politologo. "Probabilmente può ottenere fino alla metà dei sostenitori di Griss, così come molti socialdemocratici (ieri all'11%, ndr), ma resterà sotto il 40%. Sempre ipotizzando che chi l'ha votato ieri lo faccia di nuovo", ha proseguito.
L'attuale cancelliere austriaco, Werner Faymann, ha parlato oggi di "un giorno triste e di un chiaro avvertimento ai partiti al governo. Le persone vogliono risultati". Ha tuttavia escluso che l'esito del primo turno comporti "conseguenze dal punto di vista organizzativo", in una intervista al quotidiano Kurier. Il sostegno ai due maggiori partiti in Austria è in caldo da anni ormai e già nelle generali del 2013 essi ottennero appena sostegno sufficiente per formare di nuovo la 'grande coalizione'.
La crisi dei rifugiati che ha travolto l'Europa, così come la minaccia terroristica, non li ha aiutati. In tutta l'Ue, ma anche negli Usa con l'ascesa del repubblicano Donald Trump nella corsa alle presidenziali, i partiti di destra, xenofobi e populisti acquistano sempre più forza. E la figura del 45enne Hofer calza a pennello: considerato l'erede politico di Heider, con la sua figura rassicurante sostiene apertamente le armi che dice utili in questi "tempi di insicurezza" dovuti all'arrivo dei migranti e ha definito "fatale" l'accordo sui rifugiati tra Ue e Turchia.
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