Il direttore dell'intelligence Brennan ha sottolineato: Fermarlo sarebbe un colpo duro per lo Stato Islamico

Nel quinto anniversario dell'uccisione del leader di al-Qaeda Bin Laden, il capo dei servizi segreti degli Stati Uniti John Brennan ha parlato del prossimo obiettivo, la cattura del leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi. In un'intervista con la rete televisiva NBC, Brennan, direttore della Central Intelligence Agency (CIA), ha detto di non aver dubbi sul fatto che l'Isis sarà distrutta e la sua leadership rimossa. In particolare Brennan ha detto che se il leader , Abu Bakr al-Baghdadi, fosse ucciso, ci sarebbe "un grande impatto sulla lotta all'Isis." "Se catturassimo al-Baghdadi, penso che potrebbe avere un grande impatto sull'organizzazione, accuserebbero il colpo".  L'intervista è stata condotta alla vigilia del quinto anniversario dell'uccisione del leader di al-Qaeda  da parte delle forze speciali degli Stati Uniti in Pakistan il 2 maggio 2011: "Abbiamo distrutto una gran parte di Al-Qaeda. Non è completamente eliminata. Quindi dobbiamo rimanere concentrati su quello che può fare", ha detto Brennan.

 Allo stesso tempo il direttore della Cia ha avvertito che la lotta contro l'Isis deve affrontare "sfide uniche" in quanto non è solo un "organizzazione", ma "un fenomeno". Brennan ha rivelato che gli Stati Uniti sapevano che l'Isis stava cercando di compiere attentati in Europa e in altre parti del globo. "Inoltre, stiamo lavorando molto, a stretto contatto con i nostri partner europei" ha aggiunto in riferimento all'ondata di attacchi terroristici che ha colpito Parigi e Bruxelles Il capo dei servizi segreti ha criticato il tentativo di diffondere le 28 pagine di un rapporto del Congresso del 2002, riguardante gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, che collegherebbero l'Arabia Saudita a quelle vicende. Brennan ha sottolineato che l'inchiesta del Congresso è stato un "esame preliminare" degli attacchi e che contiene materiale non verificato in quel momento. Sottolineando invece che dopo studi approfonditi non vi era alcuna prova che indicasse che il governo saudita, come istituzione  o  singoli funzionari, avesse fornito sostegno finanziario ad al-Qaeda.

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