I genitori di Regeni: L’Ue faccia pressione sull’Egitto

L'appello lanciato durante un'audizione al Parlamento europeo a Bruxelles

Visita al Parlamento europeo a Bruxelles dei genitori di Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso in Egitto a seguito di torture dopo la sua scomparsa avvenuta il 25 gennaio di quest'anno, nel giorno del quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir. E dall'Europarlamento hanno lanciato un appello affinché l'Unione europea isoli l'Egitto per dare maggiore forza alla richiesta di far luce su quanto è accaduto a Giulio. "L'Egitto non sta collaborando con l'Italia e, se Giulio è un cittadino europeo, e siamo qua tutti per questo, non sta collaborando con l'Europa. Quindi noi chiediamo una forte pressione dell'Europa verso l'Egitto", ha detto la madre di Giulio, Paola.

"Non ho capito una cosa – ha proseguito – forse è sfuggita a me anche se leggo abbastanza cose ogni giorno: non ho capito se l'Italia è ancora amica o no dell'Egitto". "All'inizio della nostra vicenda Italia ed Egitto erano amici, però non so se gli amici uccidono il figlio degli amici", ha aggiunto. In serata il premier Matteo Renzi ha assicurato "massima attenzione, massimo sostegno" sul caso: "Stiamo seguendo la vicenda. È da qualche giorno che non sento i genitori di Giulio Regeni, li sentirò. Confermo il massimo impegno perché sia fatta luce e chiarezza su questa vicenda", ha affermato Renzi.

All'intervento di Paola Regeni è seguito quello del marito, Claudio, che ha avanzato alcune richieste al Parlamento europeo. Fra queste ci sono la richiesta di richiamare dall'Egitto gli ambasciatori di tutti gli Stati membri e quella di sospendere accordi economici e non attivarne di nuovi. "Ricordiamoci che Giulio è morto torturato. Basta commemorazioni, ma azioni", ha affermato la madre di Regeni. Fra le proposte illustrate da Claudio Regeni, inoltre, ci sono quelle di dichiarare l'Egitto un Paese non sicuro, di sospendere accordi di interforze, sospendere gli accordi per l'invio invio di armi o apparati bellici o di spionaggio o di repressione interna e monitorare i processi contro attivisti, avvocati, medici e giornalisti.

L'incontro si è svolto presso la sottocommissione Diritti umani del Parlamento europeo, insieme alla Delegazione le le relazioni con i Paesi del Mashreq, ed erano presenti anche la legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, e un rappresentante dell'ambasciata d'Egitto. "Non è facile come mamma essere qui", ha detto la madre del ragazzo ucciso, definendo lei e il marito "genitori erranti" nelle istituzioni "per chiedere verità e giustizia per Giulio". "Giulio in base alla sua formazione di cittadino europeo, dico sempre, doveva essere da quella parte, in qualche istituzione", ha affermato.

La signora Regeni ha poi evidenziato la drammaticità di quanto accaduto al figlio: "Noi abbiamo una documentazione di 266 fotografie di cosa è successo a Giulio e posso dire che abbiamo l'enciclopedia della tortura. Sono una mamma, dire questo non mi fa piacere, ma noi abbiamo l'enciclopedia della tortura in Egitto", ha detto.

Dopo gli interventi degli eurodeputati ha preso la parola il rappresentante dell'ambasciata d'Egitto. "Il governo egiziano si sta seriamente impegnando e fin dall'inizio ha cercato collaborazione con il governo italiano per arrivare alla verità sull'omicidio", ha detto. E poi ha aggiunto: "L'Egitto si impegna a cercare la verità e a portare gli assassini di Regeni davanti alla giustizia. Non sono solo parole vuote" e "siamo tutti impegnati a cercare la verità e vi garantiamo che questo omicidio non resterà impunito, anche se ci vorrà del tempo". Il rappresentante del Cairo ha inoltre citato il terrorismo, dicendo che "l'Egitto sta affrontando diverse sfide, una delle quali è il terrorismo", che "riguarda tutto Mediterraneo e arriva fino alle coste europee". Dura la risposta della famiglia Regeni, tramite l'avvocato Ballerini: "Dispiace che sentiamo queste parole. Non sono solo vacue, sono dolorose e oltraggiose. Parlate di terrorismo ma la violazione dei diritti umani e la tortura sono terrorismo".