L'Europa è in subbuglio, l'incertezza è massima: tutti gli scenari settore per settore

Il Regno Unito è fuori dall'Unione europea. Dopo la vittoria della Brexit, il Paese dovrà ora presentare domanda per lasciare effettivamente l'Ue e avrà due anni di tempo per negoziare l'uscita. Ma adesso cosa succede in concreto? Queste le possibile conseguenze a livello nazionale, europeo e globale.

ECONOMIA. Il Regno Unito non sarebbe più soggetto alle regole di bilancio europee, che limitano il deficit di bilancio del governo al 3 per cento del Prodotto interno lordo e il debito pubblico al 60 per cento. Il Paese potrebbe quindi sforare il rapporto deficit/Pil superando la soglia senza alcun ammonimento da parte della Commissione europea e degli altri ministri dell'Ue e nessun tipo di monitoraggio della Commissione sulle azioni future.

FINANZA. Società di servizi finanziari con sede nel Regno Unito, dalle banche ai fondi di investimento, potrebbero perdere il loro accesso facilitato al mercato europeo, che attualmente consente loro di vendere i servizi in tutto il blocco con costi bassi e un unico insieme di regole.

COMMERCIO. Il resto della Ue ha un surplus commerciale di beni di circa 100 miliardi di euro con il Regno Unito, mentre questo esporta circa 20 miliardi di euro in servizi, principalmente di tipo finanziario, in tutta l'Ue. Una delle ipotesi per l'Ue potrebbe essere quella di stringere un accordo di libero scambio con il Paese, anche se lascia il blocco.

POLITICA ESTERA. Insieme alla Francia, il Regno Unito è la prima potenza dell'Unione europea per quanto riguarda la politica estera, avendo stretti legami militari con gli Stati Uniti. Dopo la Brexit, Washington ha già messo in chiaro che sarà meno interessato a Londra come alleato a causa di una perdita di influenza percepita.
Il Regno Unito non sarebbe più vincolato alle posizioni comuni dell'Ue, ad esempio sulle sanzioni economiche contro la Russia.
Il Paese rimarrebbe un membro della Nato.

TURISMO. L'effetto Brexit più immediato dovrebbe essere sentito sulla libera circolazione dei britannici nei Paesi Ue: se finora era necessaria solo la carta d'identità per spostarsi all'interno dello spazio Schengen, ora i cittadini britannici dovrebbero richiedere un visto per viaggiare in Europa continentale. Al contrario, gli italiani potranno andare in vacanza a Londra senza la necessità di un visto. Il discorso si complica nel caso in cui vogliano cercare lavoro. Solo chi paga le tasse nel Regno Unito da cinque anni potrà richiedere un permesso di residenza e la cittadinanza. Qualunque cittadino europeo che ora intenda trasferirsi a Londra, da oggi in poi, non potrà più farlo senza avere già trovato un lavoro prima della partenza.

GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI. Il Regno Unito ha un maggior numero di esenzioni per quanto riguarda le politiche di giustizia e affari interni, non facendo parte della zona Schengen.
Non è chiaro quali restrizioni potrebbero essere immesse da Londra sugli arrivi di stranieri.
Il Regno Unito attualmente ritiene validi i mandati di arresto degli altri membri dell'Unione europea, scambia informazioni di polizia, inclusi i dati personali, ed è membro del corpo di polizia Europol.
Il suo futuro coinvolgimento, compreso l'accesso alle banche dati dell'Ue, potrebbe tuttavia diminuire, il che significa meno la cooperazione in materia di polizia e lotta alla criminalità.

ENERGIA. Lasciare l'Ue potrebbe rendere più costosi gli investimenti in infrastrutture nel settore dell'energia e ritardare nuovi progetti in un momento in cui il Regno Unito ha bisogno di colmare un divario nella fornitura di energia elettrica. L'incertezza dopo la Brexit potrebbe inoltre indurre gli investitori a chiedere rendimenti più elevati per il rischio e le condizioni meno favorevoli.

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