Tutto quello che c'è da sapere sull'articolo 50 del Trattato di Lisbona e sul processo di uscita dall'Unione
Il Trattato di Lisbona stabilisce i termini per l'uscita di un Paese dall'Unione europea ma i legislatori inclusero l'articolo 50 con la speranza di non doverlo mai applicare e questa ambiguità lascia aperto il processo di separazione tra Unione Europea e il Regno Unito dopo la vittoria della Brexit. Per il direttore generale del Servizio giuridico dell'Ue e uno degli avvocati del trattato, Jean-Claude Piris, l'articolo 50 è chiaro e 'sufficiente' per una presunta uscita, che nessuno aveva mai pensato avesse potuto avverarsi. Ma ora bisogna dargli forma, in un lungo processo che potrà durare alcuni anni prima di concretizzarsi e che lascia molte incertezze, soprattutto economiche. "In questo momento esiste il rischio che vi sia una lacuna giuridica, specialmente per quanto riguarda le relazioni commerciali", ha spiegato Piris. Per questo, suggerisce, c'è necessità di un trattato d'emergenza per regolare le relazioni commerciali che includano dazi doganali e altri ostacoli amministrativi.
Il Regno Unito non fa parte dello spazio di libera circolazione Schengen ma ci sono molti altri aspetti che devono essere negoziati, come la cooperazioni giudiziaria e di sicurezza. "Non si possono comunque modificare i trattati a misura dei britannici", ha ribadito Piris.
Il trattato prevede che, se l'accordo di uscita non si concluda entro due anni dopo la notifica ufficiale dello Stato in questione, si proceda comunque all'uscita dall'Ue anche se il termine può essere prolungato da una decisione unanime del Consiglio europeo. Fino a quel momento, il Regno Unito parteciperà ai vertici ma non a quelle in cui si discuterà di Brexit. "Le relazioni non saranno più come prima", ha concluso Piris. Prova di ciò è la riunione informale dei capi dei 27 paesi membri che si terrà mercoledì per la prima volta senza il primo ministro britannico David Cameron. Sulla stessa scia, le dimissioni del commissario europeo per la stabilità finanziaria, il britannico Jonhathan Hill. Il Parlamento europeo aveva fatto pressioni su questo tema, con una risoluzione sostenuta dai maggiori gruppi nel chiedere le dimissioni di Hill.
Sul tavolo vi sono poi altre domande, come cosa accadrà degli uffici europei con sede a Londra, come l'Agenzia europea per i medicinali o l'Autorità bancaria europea (Eba, il suo acronimo in inglese). Secondo fonti comunitarie, questo è uno dei temi da considerare a tempo debito.
Inoltre, il Regno Unito dovrà lasciare la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom). Un'altra questione è quello che accadrà con la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, previsto per il Regno Unito tra luglio e dicembre 2017. "Spetta al Consiglio decidere", ha detto fonti comunitarie.
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