Il governo britannico ha escluso la possibilità che si possa tenere un secondo referendum sull'Unione europea. Lo ha fatto sapere Downing Street spiegando che una seconda consultazione "non è lontanamente sul tavolo". "C'è stato un risultato decisivo e l'attenzione del governo è quella di rispettare la volontà del popolo e di mettere in atto l'uscita", ha fatto sapere la portavoce del premier David Cameron spiegando che il primo ministro lo annuncerà in un discorso ai Comuni nel pomeriggio. Nei giorni successivi alla Brexit erano state raccolte oltre 3 milioni di firme per richiedere un secondo referendum sull'uscita dall'Ue.
PARLA OSBORNE. Il Regno Unito dovrà far scattare l'articolo 50 del trattato di Lisbona, che mette in avvio il processo di due anni di uscita dall'Ue, solo quando un nuovo primo ministro avrà definito "una visione chiara di quali nuovi accordi stringeremo con i nostri vicini europei". Questo l'intervento del ministro delle Finanze britannico George Osborne, cercando di ritardare i colloqui sulla Brexit fino ad ottobre. "La nostra economia è forte ed è pronta ad affrontare qualsiasi sfida ci riservi il futuro", ha rimarcato Osborne, nel primo discorso pubblico dopo la decisione del Regno Unito di uscire dall'Ue, "è inevitabile che ora la nostra economia debba aggiustarsi a questa nuova situazione, ma è fondamentalmente forte".
Osborne ha ribadito di essere contatto regolare con il governatore della Banca d'Inghilterra Mark Carney dall'annuncio del risultato del referendum. Inoltre, ha precisato di essere in contatto con i suoi omologhi europei e con i governatori delle banche centrali, con il direttore del Fondo monetario internazionale, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, così come con gli amministratori delegati di importanti istituzioni finanziarie del Regno Unito. "Eravamo preparati all'imprevisto e siamo attrezzati per tutto ciò che accadrà", ha ribadito nel tentativo di tranquillizzare i mercati.
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