E' la prima riunione a 27 dopo il referendum sull'Uscita dall'Ue
E' il giorno in cui la Brexit arriva ufficialmente sul tavolo dei 27 riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo, il primo dopo l'uscita del Regno Unito. Il tema, da programma nella riunione informale di oggi, è di fatto stato al centro di tutte le dichiarazioni rilasciate dai leader europei in questi giorni. Dopo cene e vertici ristretti, il Consiglio europeo è ora diviso tra prudenza e urgenza. Dal trilaterale di lunedì a Berlino sono emerse due direzioni da proporre agli altri Stati membri. Primo, non drammatizzare la tempistica dell'uscita dall'Unione della Gran Bretagna. Secondo, non lasciare nessun margine di incertezza nell'esito del processo e nella sua evoluzione. La posizione numero uno corrisponde alla volontà espressa dalla cancelliera Angela Merkel, più inclusiva nei confronti del Regno Unito viste le ripercussioni economiche e finanziarie che avrà la Brexit. Mentre la seconda viene incontro alle esigenze espresse fra gli altri da Italia, Francia e dagli stessi vertici del Parlamento e della Commissione europea che vogliono "tempi brevi e certi".
L'assunto di base, ripetuto più volte anche dal premier Matteo Renzi, è che la Brexit è frutto di un voto democratico e dalla democrazia non si può prescindere. La tesi su cui hanno concordato Merkel e il premier dimissionario David Cameron, ieri sera al termine dell'ultimo vertice a 28, è che indietro non si torna."Non vedo alcuna maniera di tornare indietro, faremmo bene a tenere a mente la realtà", ha precisato la cancelliera nelle dichiarazioni finali. Di contro, il primo ministro britannico ha espresso la volontà del Regno Unito di "non girare le spalle all'Ue", anzi, di lavorare con il suo successore per "la massima vicinanza" con l'Unione. Allo stato dell'arte, l'Uk è di fatto in un limbo. Nessuna procedura di separazione parte finché agli organismi europei non arriva dai britannici la notifica in cui si richiede l'applicazione dell'articolo 50 dei Trattati, che regola il divorzio degli Stati membri dall'Unione. Lo ha detto anche Juncker proprio ieri a conclusione dei lavori: "Non è arrivata nessuna notifica, inutile discutere di procedure". Il presidente della Commissione, di solito molto duro nei confronti della Gran Bretagna post Brexit, ieri ha ammorbidito la sua posizione, riconoscendo che "è comprensibile che Cameron chieda più tempo per riflettere", segno che la linea inaugurata a Berlino dall'asse Germania-Francia-Italia funziona.
A tenere il punto ci pensa il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. "Ho chiesto al premier David Cameron – ha detto nel tradizionale intervento pre vertice – che presenti la notifica dell'avvio dell'uscita dell'Uk dall'Ue prima possibile. E ho chiesto che presenti un documento con le tappe di questo processo. E' importante applicare l'articolo 50, il Parlamento chiede che accada il prima possibile". Secondo Schulz si arriverà comunque "all'inizio del prossimo anno", dovendo aspettare che si formi il nuovo governo britannico; il nome del successore di Cameron dovrebbe essere fatto il 9 settembre.
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