Aumento coincide con nomina a ministro dell'Interno di Abdel Ghaffar in precedenza nella polizia segreta di Mubarak
Le autorità egiziane si ostinano a negare qualsiasi coinvolgimento nella sparizione e nell'uccisione di Giulio Regeni, ma esistono "similitudini tra i segni di tortura sul suo corpo e quelli sugli egiziani morti in custodia dello stato. Ciò lascia supporre che la sua morte sia stata solo la punta dell'iceberg e che possa far parte di una più ampia serie di sparizioni forzate ad opera dell'Nsa e di altri servizi d'intelligence in tutto il Paese". E' quanto si legge in una nota di Amnesty International, che ha presentato il suo rapporto 'Egitto: 'Tu ufficialmente non esisti'. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo'. L'organizzazione cita quello dello studente italiano, trovato morto al Cairo nel febbraio 2016 con segni di tortura, come uno dei tanti casi di sparizioni forzate in Egitto.
"Secondo le organizzazioni non governative locali, la media delle sparizioni forzate è di tre-quattro al giorno", afferma Amnesty International. "L'Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) si rende responsabile di rapimenti, torture e sparizioni forzate nel tentativo di incutere paura agli oppositori e spazzare via il dissenso pacifico", prosegue, denunciando "una scia senza precedenti di sparizioni forzate dai primi mesi del 2015". Che definisce una "vera e propria tendenza che vede centinaia di studenti, attivisti politici e manifestanti, compresi 14enni, sparire nelle mani dello Stato senza lasciare traccia".
Il rapporto descrive in dettaglio i casi di 17 persone sottoposte a sparizione forzata, detenute illegalmente per periodi varianti da diversi giorni a sette mesi, con drammatiche testimonianze delle torture praticate durante sessioni d'interrogatorio che possono durare fino a sette ore, allo scopo di estorcere "confessioni" che verranno poi usate come prova durante gli interrogatori ufficiali davanti al giudice e che condurranno alla condanna. In alcuni casi, sono stati torturati anche dei minorenni.
L'evidente aumento delle sparizioni forzate risale al marzo 2015, sottolinea Amnesty, ossia alla nomina a ministro dell'Interno di Magdy Abd el-Ghaffar, che in precedenza aveva fatto parte del Servizio per le indagini sulla sicurezza dello stato (Ssi), la famigerata polizia segreta dei tempi di Mubarak, responsabile di gravi violazioni dei diritti umani: è stata smantellata dopo la rivolta del 2011 per essere rinominata Nsa.
"Il presidente Abdel Fattah al-Sisi deve ordinare a tutte le agenzie per la sicurezza dello Stato di porre fine alle sparizioni forzate e alla tortura e dire chiaramente che chiunque ordinerà o commetterà queste violazioni dei diritti umani, o se ne renderà complice, sarà portato di fronte alla giustizia", ha affermato Philip Luther, direttore del programma Mediopriente e Africa del Nord di Amnesty International. Il rapporto chiede inoltre al presidente al-Sisi di istituire con urgenza una commissione indipendente d'inchiesta che indaghi su tutte le denunce di sparizione forzata e di tortura commesse dall'Nsa o da altre agenzie e che abbia il potere di chiamare a deporre tutte le agenzie governative, comprese quelle militari, senza subire interferenze.
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