Tensione ancora altissima in Turchia, dopo il tentato golpe durato solo poche ore venerdì notte. Si alza lo scontro con gli Usa. Qualunque Paese che si schieri con il religioso Fethullah Gulen, ex amico ed ora avversario numero uno del presidente turco Recep Tayyp Erdogan, verrà considerato nemico della Turchia.Questa la minaccia del premier turco Binali Yildirim. Secondo il governo di Ankara, Gulen – che vive in esilio negli Stati Uniti – gestisce da lontano una vera e propria "struttura parallela" nello Stato turco, che controlla segmenti della magistratura e del mondo dell'istruzione. Lui si difende, negando di aver avuto un ruolo nel golpe fallito, e anzi condanna "nei termini più forti" il tentativo di colpo di Stato. Gulen respinge quindi le accuse di Erdogan e del governo di Ankara: "Essendo qualcuno che ha sofferto in prima persona diversi colpi di Stato militari, durante le passate cinque decadi, è particolarmente infamante essere accusato di avere legami con un tentativo di questo genere".
Un altro tentativo di colpo di stato potrebbe avvenire in qualsiasi momento, quindi le autorità devono restare nelle strade per mantenere il controllo della situazione, è quanto si legge sull'account Twitter della presidenza. Il presidente turco Erdogan ha mandato un sms a tutti i cellulari, chiedendo di difendere pace e democrazia rimanendo per le strade.
"Il tentato golpe in Turchia è stato respinto sin dall'inizio da parte del comando" dell'esercito, ha dichiarato il capo di Stato maggiore ad interim, generale Umit Dundar, cui nella notte il premier Binali Yildirim aveva assegnato l'incarico. "La pena capitale non è prevista dalla Costituzione turca, ma valuteremo la questione dal punto di vista legale", è la minaccia del premier Yldirim, che ha assicurato: "I golpisti sono nelle mani della giustizia turca e saranno puniti come meritano".
Sono morte oltre 200 persone, di cui 104 golpisti. Migliaia gli arrestati, tra cui 1.536 i militari e due generali. Le autorità turche hanno rimosso dall'incarico 2.745 giudici.
"Molti comandanti" dell'esercito sono stati presi in ostaggio dai militari che hanno preso parte al colpo di Stato e sarebbero stati portati in luoghi sconosciuti. Otto uomini sarebbero atterrati a bordo di un elicottero militare turco nella città settentrionale di Alexandroupolis, in Grecia, e avrebbero chiesto asilo.