La Nato dà 'totale sostegno' al governo di Ankara. Almeno 290 morti. Sparo in testa a vicesindaco di Istanbul

Alcuni militari di alto rango dell'esercito coinvolti nel fallito colpo di stato in Turchia sono fuggiti all'estero, molti tra poliziotti e alti ufficiali sono stati arrestati. Questo lo scenario in Turchia a tre giorni dal tentativo di golpe. E ad Ankara si cerca anche di sparare: un uomo oggi è stato arrestato dopo che aveva esploso alcuni colpi davanti al tribunale nella capitale turca. Le forze di sicurezza turche stanno ancora cercando soldati coinvolti in diverse città e zone rurali, ma non c'è rischio che si verifichi un altro tentativo. Intanto, il vicesindaco del distretto Sisli di Istanbul è stato ferito gravemente da un assalitore che gli ha sparato alla testa. L'aggressore è entrato nell'ufficio di Cemil Candas, poi sono stati uditi spari. A governare il distretto è il Partito popolare repubblicano Chp, all'opposizione.

ERDOGAN E LA PENA DI MORTE. La reintroduzione della pena di morte in Turchia dovrebbe avvenire per "decisione parlamentare" quindi "i leader dovrebbero riunirsi e discuterne e, se accettassero di discuterne, io come presidente approverò qualunque decisione che viene dal Parlamento". Lo ha detto il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, in un'intervista esclusiva rilasciata alla Cnn tramite il suo traduttore, realizzata dalla giornalista Becky Anderson nel palazzo presidenziale a Istanbul. Merkel ha controbattuto: "La pena di morte è incompatibile con Ue".

YILDIRIM: MORTI 208 OPPOSITORI DEL GOLPE Sono 208 le persone morte nelle proteste contro il tentato colpo di stato in Turchia, tra cui tre soldati, 60 poliziotti e 145 civili. I feriti sono 1.491. Lo ha dichiarato il primo ministro turco, Binali Yildirim, in un discorso trasmesso dalle tv nazionali. Tra i golpisti, ha aggiunto, sono morti 24 soldati e altri 50 sono rimasti feriti. Il premier ha anche  ribadito che del fallito golpe è considerato responsabile il religioso Fethullah Gulen. 

Lo stesso premier ha parlato di 7.500 persone arrestate a seguito del fallito colpo di Stato, tra cui circa 6mila militari, cento poliziotti, 755 giudici e procuratori, 650 civili.  

POLIZIOTTI SOLLEVATI DALL'INCARICO. Quasi novemila poliziotti sono stati sollevati dall'incarico, anche a Istanbul e Ankara, a causa di presunti legami con il fallito golpe. Lo hanno fatto sapere fonti delle forze di sicurezza. 30 governatori e più di 50 alti funzionari civili sono stati sollevati dai loro incarichi.  

ARRESTATI 103 ALTI UFFICIALI. Un totale di 103 generali e ammiragli delle forze armate sono stati arrestati in Turchia nelle operazioni che sono seguite al tentato golpe contro il governo di Erdogan. Lo ha reso noto l'agenzia Anadolu. Finora sono oltre 6mila gli arrestati confermati: fra loro comandanti e giudici della Corte Suprema. L'ufficiale più alto in grado tra i 103 arrestati è il generale Akin Ozturk.

KERRY: A RISCHIO PERMANENZA NELLA NATO. Il segretario di Stato americano, John Kerry, avverte che la permanenza della Turchia nella Nato "potrebbe essere a rischio". Lo ha riferito il Washington Post, mentre Kerry è a Bruxelles per la riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea. L'americano ha invitato Ankara, dopo il fallito colpo di Stato, a rispettare lo Stato di diritto e le istituzioni democratiche. Il governo turco ha fatto sapere che 7.500 persone sono state arrestate per presunto coinvolgimento nel golpe, tra cui militari di alto e basso grado, poliziotti, giudici.  "Siamo saldamente al fianco della leadership eletta della Turchia", "ma chiediamo anche fermamente al governo di mantenere la calma e la stabilità nel Paese". Ma la Nato, con il segretario Jens Stoltenberg, ha confermato "totale sostegno al governo di Ankara"

DIVIETO ESPATRIO DIPENDENTI. Le autorità turche hanno imposto che solo i funzionari in possesso di un'autorizzazione esplicita dei superiori potranno viaggiare all'estero, nell'ambito di un'operazione per localizzare i sostenitori del predicatore islamista Fethullah Gülen. Lo riferisce l'emittente turca Ntv, spiegando che la nuova misura è stata comunicata a tutti gli enti pubblici e che, in pratica, è stato impedito l'espatrio all'estero degli impiegati pubblici

 

 

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